“Trasformiamo il mantenimento all’ex coniuge in caso di divorzio in un vero e proprio contributo di solidarietà, limitato nel tempo, quando vi è un reale stato di bisogno dell’altro”. Lo dichiara Augusta Montaruli, deputato di Fratelli d’Italia.
“Dopo l’intervento della Cassazione a Sezioni Unite – aggiunge Montaruli – è ormai chiaro che sull’assegno di mantenimento divorzile all’ex coniuge urge una presa di posizione del legislatore. Da una prima lettura, rimangono i problemi di sempre. Nulla si dice, infatti, sull’aspetto più importante: come interpretare quell’impossibilità del coniuge di procurarsi “mezzi adeguati” quale condizione per ottenere il mantenimento? Sembra sparire finalmente il parametro del tenore di vita ma rimane confusione sul contributo alla gestione della famiglia. Se è frutto ‘di decisioni comuni di entrambi i coniugi’ – come sostiene la Suprema Corte – non può essere il grimaldello per giustificare l’inadeguatezza dei mezzi e ottenere così un vero e proprio vitalizio”.
“Va da sé – conclude il deputato di FDI – che in un matrimonio la coppia decide con che modalità ciascun coniuge deve contribuire in una visione unitaria dei benefici anche economici ma la regolamentazione delle conseguenze di tali scelte, in caso di fine dell’unione, deve avvenire semmai prima che la vita coniugale si interrompa, non dopo. In caso contrario il mantenimento continuerà a essere una vera e propria arma contro il valore della famiglia, un regolamento di conti inaccettabile che pagano i figli e dequalificante soprattutto per le donne”.