“Ci troviamo di fronte all’ennesimo decreto legge, l’ennesima fiducia, l’ennesimo provvedimento d’urgenza in materia carceraria. Nell’arco di appena 3 anni e due legislature, questo è il terzo intervento per ‘svuotare’ gli istituti penitenziari, deflazionare i processi, e pensare di rispondere, con un provvedimento d’urgenza ai richiami dell’Unione Europea, ai messaggi del Capo dello Stato”. È quanto ha affermato il vicecapogruppo di Fratelli d’Italia Fabio Rampelli durante la dichiarazione di fiducia.
“È evidente – ha proseguito- che esista un problema di natura non solo programmatica ma anche politica: la soluzione dei problemi annosi della giustizia non può essere garantita attraverso provvedimenti spot, episodici, né attraverso la decretazione d’urgenza ma attraverso una riforma globale che abbia come principio ispiratore la certezza della pena e il garantismo”.
“Due capisaldi alla base di uno Stato di diritto e che soltanto volgari strumentalizzazioni riescono a far configgere tra loro. Non c’è contrasto se c’è buona fede. Per Fratelli d’Italia il problema del sovraffollamento carcerario non si risolve attraverso indulti veri o surrettizi come questo. Né tantomeno attraverso appelli all’amnistia bloccati in corso d’opera per la contrarietà del neo segretario del Pd. Altrimenti quella sarebbe stata la strada maestra imboccata dal governo, dalla maggioranza e da pezzi dell’opposizione”.
“E’ indigeribile – ha aggiunto Rampelli- che i soggetti principali degli interventi legislativi del governo siano non già le vittime reati ma gli artefici e i colpevoli. Non si fa nulla per improntare un piano, un programma efficace di reinserimento dei detenuti attraverso programmi di riabilitazione sociale e lavorativa. Dopo aver lavorato sulle pene alternative e lavori pubblica utilità”.
“Inoltre vorremmo che ci fosse la stessa altrettanta costante e disperata attenzione che si destina ai detenuti. Noi restiamo dall’altra parte della barricata a tutela delle vittime e dei loro familiari, la parte più debole e rimossa del sistema italiano, priva di una giustizia risarcitoria come viceversa è prevista in tutti gli Stati europei. Ed è per questo che – ha concluso Rampelli – abbiamo presentato un ordine del giorno nel quale chiediamo un impegno del governo affinché firmi la convenzione di Strasburgo del 1983 ed entrata in vigore il 1 febbraio 1998”.
Roma 4 febbraio 2014