“L’approvazione da parte della Camera dei deputati del Decreto Cultura mi rende orgoglioso e soddisfatto. Un ringraziamento va alla commissione Cultura per l’intensa opera di miglioramento del testo e all’Aula per il confronto serrato e approfondito. Il dato positivo del dibattito, che va oltre le critiche più che legittime emerse da questa discussione, è che la parola Olivetti non risuonava in questo Parlamento da molti decenni. Confido che anche al Senato ci sarà la medesima attenzione verso il decreto”. Lo dichiara il ministro della Cultura, Alessandro Giuli.
“È toccato a Fratelli d’Italia e al governo Meloni riportare in quest’Aula figure quali Adriano Olivetti ed Enrico Mattei, che noi onoriamo. Ringrazio il Ministro per aver voluto chiamare questo decreto Piano Olivetti per la cultura che per il celebre imprenditore canavesano costituiva occasione di emancipazione sociale. Grazie a lui negli anni ’50 si assistette allo splendido fenomeno delle biblioteche di fabbrica: questo decreto mette proprio al centro le biblioteche, spazi polivalenti di aggregazione sociale per giovani e meno giovani nei territori. Per la prima volta diamo incentivi a giovani under 35 per aprire delle librerie, magari nelle zone periferiche e interne di questa Nazione. Il dl è infatti in linea con la volontà di Fratelli d’Italia e di tutto il centrodestra di ridurre le distanze culturali tra i diversi territori d’Italia.
Il provvedimento affronta poi il tema della terza pagina, anche questo dal grande sapore olivettiano. Il governo Meloni aiuta i quotidiani, implementando le pagine della cultura: sostenendo i quotidiani, si sostengono così le edicole, non a parole, ma coi fatti. C’è anche il Piano Mattei nel decreto Cultura perché anche attraverso gli scambi culturali l’Italia può tornare protagonista nel Mediterraneo. Per anni la sinistra ha voluto con il suo conformismo detenere il potere culturale: con la presa d’atto del diffuso analfabetismo di ritorno e la distanza culturale tra pezzi della Nazione certifica ora il propio fallimento.
Tocca quindi a noi rigenerare il comparto, partendo dai borghi, da un’Italia profonda che resiste e persiste. Questo decreto, parlando anche di quel mosaico di tante piccole patrie che compongono la nostra Italia, vuole riportare la cultura al centro del dibattito politico italiano. Alla sinistra lasciamo il politicamente corretto, per fortuna ai titoli di coda”, afferma il deputato Alessandro Amorese, capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Cultura, nel corso delle dichiarazioni di voto finale in Aula alla Camera sul Dl Cultura.