“Prima di ogni cosa è necessario arginare la pressione speculativa che viene fatta ad Amsterdam. Parlare di scostamento di bilancio senza aver risolto questo nodo rischia di vanificare ogni sforzo del Parlamento. Soldi che rischierebbero di essere bruciati nella spirale di aumenti. Sarà indispensabile convincere l’Ue a porre il tetto al prezzo del gas vincendo le resistenze di Olanda e Germania, ma sarà altrettanto necessario disallineare il prezzo del gas da quello dell’energia”.
È quanto scrive il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia in un confronto su energia aperto dal Foglio che oggi ospita interventi di vari esponenti di partiti.
“Il prezzo dell’energia – precisa Rampelli-è costituito in quota parte dalla produzione del fotovoltaico, eolico, carbone e altro. Se questa modalità viene equiparata al costo del gas non si sta facendo solo speculazione ma una truffa. Si parla di far pagare gli extra-profitti alle società che hanno realizzato guadagni astronomici. Il Governo è intervenuto, ma la norma scritta maldestramente da Palazzo Chigi ha scatenato i ricorsi d’incostituzionalità. Quindi risulta urgente correggerla ma anche chiedere il rimborso totale del differenziale tra il prezzo dell’energia prodotta attraverso il gas e altre forme. Infine immaginare una tassazione più robusta di quella del 25% perché il gas che si sta vendendo agli utenti è quello acquistato prima dell’invasione dell’Ucraina a prezzi più contenuti”.
“Per quanto riguarda la riattivazione delle piattaforme estrattive esistenti del gas domestico – ha aggiunto Rampelli- la soluzione è la sospensione del Pitesai, piano scritto da Conte e vergato da Draghi che ha bloccato la captazione del gas nostrano. Potremmo recuperare circa 300mld di metri cubi che, con quello dell’Azerbaigian, del Mare del Nord e dell’Algeria ci consentirebbero di fare a meno dei 30 miliardi di gas di Mosca e riacquisire autonomia energetica. E’ il momento di attivare il giacimento Eni di Cipro”.
“Altra storia è quella dell’energia idroelettrica, fonte rinnovabile e sovrana da cui traiamo il 18% di energia. Una quantità migliorabile con la riconduzione forzata, riportando l’acqua in quota con un pompaggio per farla ricadere ‘n’ volte, ricavandone energia pulita. Meccanismo che non subisce affatto il fenomeno della siccità perché riusa sempre la stessa acqua. Ma le centrali idroelettriche sono state trascurate, portate al minimo produttivo e infine messe da Draghi sul mercato europeo in forza della Bolkestein. Vuoi vedere qualche multinazionale le trasformerà in business?”
“La partita – ha concluso Rampelli- è su più fronti e spiccano l’assenza di visione e l’abbandono della capacità produttiva per consegnarsi alla fallimentare spinta ha spostato l’asse geopolitico del pianeta verso la Russia o Cina. Ecco il conto”.