“Oggi ci ritroviamo per la quinta volta in questi ultimi ventotto mesi, da quando abbiamo iniziato questa legislatura, ad esaminare un decreto-legge avente ad oggetto il rilancio dell’ex Ilva. Ciò a conferma dell’assoluta determinazione che il governo Meloni e il ministro Urso hanno dimostrato nel tentativo assolutamente riuscito prima di salvaguardare e poi di rilanciare uno stabilimento assolutamente strategico per la nostra economia e anche per la nostra sovranità nazionale. Nel passato sono state stanziate ingenti risorse anche per contenere l’aumento esponenziale dei costi energetici e per salvare questo fondamentale impianto della nostra siderurgia.
Oggi ci ritroviamo ad esaminare questo nuovo decreto-legge, all’interno di un contesto temporale che sta riguardando la procedura di vendita delle Acciaierie d’Italia; procedura alla quale hanno partecipato oltre dieci player nazionali e internazionali e che mi auguro possa concludersi a breve e che possa determinare l’inizio di una nuova fase di rilancio di questo fondamentale impianto siderurgico”. Lo ha dichiarato in aula il senatore di Fratelli d’Italia Salvo Pogliese, relatore del dl ex Ilva.
“Il governo Meloni sta lavorando e si è assunto la responsabilità di contemperare il rilancio produttivo dell’ex Ilva con quello della tutela ambientale, e lo fa con due provvedimenti che confluiscono in una unica norma. La complessità della situazione degli impianti del più importante impianto siderurgico italiano non è di adesso ma si è creata attraverso passaggi che iniziano nel 1995 con la privatizzazione e che si concludono prima nella gestione commissariale del 2013 e poi con la vendita a Arcelor Mittal nel 2016, con Di Maio come ministro alle Attività Produttive.
Oggi, con l’attuale esecutivo, stiamo in una fase finalmente nuova in cui si associa il decreto per lo stanziamento di 400 milioni, cui si sommano ulteriori 80 milioni, per il rilancio produttivo con l’adesione alla sentenza della Corte di Giustizia europea per la valutazione dell’impatto sanitario. Voglio sottolineare che per noi la dignità è data dal lavoro che si deve sì conciliare con la tutela della salute, ma la salute non è soltanto quella fisica ma anche quelle psichica, e una famiglia di lavoratori che retrocede dal punto di vista sociale è destinata inevitabilmente anche ad ammalarsi. Dobbiamo essere fiduciosi e, come ho ricordato prima, ci siamo assunti tutta la responsabilità per il futuro dell’ex Ilva”, aggiunge in aula il senatore di Fratelli d’Italia Ignazio Zullo.
“Il governo Meloni ha assunto la guida dell’Ex Ilva il 27 febbraio 2024, avviando il commissariamento a pochi giorni dall’interruzione degli impianti per mancanza di materie prime. Questa azienda nasce nel 1965 ed era la più grande acciaieria d’Europa, simbolo del boom economico. Nel ‘75 l’impianto viene raddoppiato e diventiamo il secondo produttore di acciaio in Europa, dopo la Germania. Negli anni ‘80 inizia il declino. Con Dini le privatizzazioni. Negli anni Duemila arrivano i problemi ambientali, nel 2012 l’azienda viene sequestrata ed i suoi vertici indagati, nel 2015 arriva il commissariamento, nel 2017 si iniziano le procedure per cederla ai privati. L’attuale situazione in cui versa l’Ilva nasce da scelte sbagliate.
Il governo Meloni è in campo per salvare la siderurgia italiana e rilanciarla, affinché lo stabilimento di Taranto torni a crescere nel rispetto dell’ambiente. In pochi mesi, siamo riusciti a far risorgere l’azienda. Abbiamo garantito il sostegno alle imprese dell’indotto e ai lavoratori. È proprio di oggi la notizia dell’incontro tra il Ministero del Lavoro ed i sindacati. Il nostro esecutivo tiene unita la Nazione e la produzione industriale. Garantiamo l’interesse di Taranto e dell’Italia. Tutto questo in un solo anno. Il nostro governo lavora alacremente a difesa dei lavoratori italiani e per la conservazione degli asset strategici nazionali”, conclude in aula la senatrice di Fratelli d’Italia, Lavinia Mennuni.