“Il 19 gennaio 2010 l’Italia ha chiesto all’Unione europea l’autorizzazione per un finanziamento pubblico di 15,8 milioni di euro in favore della Fiat Powertrain di Verrone, in provincia di Biella, in cambio del quale l’azienda si impegnava ad assumere seicento persone.
Nella primavera del 2011 l’aumento di personale è di sole cento unità, peraltro di lavoratori trasferiti dallo stabilimento di Mirafiori, sicché non risulta esservi stata alcuna nuova assunzione da parte di Fiat.
Il 5 maggio 2011 il Cipe ha approvato la sottoscrizione dal parte del ministero dello Sviluppo economico di tre nuovi contratti di programma per 630 milioni di euro, e la creazione, da parte di Fiat Powertrain, di circa 800 posti di lavoro. La Fiat risulta inadempiente, per cui si chiede al governo se risulti che la Fiat abbia incassato somme provenienti dall’Unione europea e dal Governo italiano e, in caso affermativo, a quanto ammontino i finanziamenti effettivamente già erogati, se l’azienda abbia mantenuto i citati corrispondenti impegni assunti, e, laddove questo non sia avvenuto, quali iniziative il Governo intenda assumere in merito”.
E’ quanto dichiarato oggi alla Camera da Massimo Corsaro, deputato di Fratelli d’Italia, durante il Question Time al ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato. Il ministro ha risposto che allo stato attuale il ministero non ha effettuato alcuna erogazione di contributo e che gli investimenti agevolati devono essere ultimati dall’azienda entro il 15 giugno 2014.
“La Fiat – ha replicato Corsaro al ministro – dal 1975 a oggi ha ricevuto cento miliardi di euro di risorse pubbliche. Nello stesso periodo, la Fiat è passata da 250.000 dipendenti a circa 30.000 addetti oggi. Stiamo parlando di quello che non è più un grande gruppo industriale, ma una media azienda, che continua a installare impianti produttivi in ogni parte del mondo, beneficiando anche delle risorse pubbliche dello Stato italiano. L’amministratore delegato della Fiat Marchionne ha detto oggi, dalle pagine dei giornali, come sia impossibile fare industria in Italia. Quindi mi chiedo se non sia giunto il momento di prendere atto che stiamo parlando di un gruppo che da un punto di vista di interesse industriale per l’Italia non esiste più e agire di conseguenza, non limitando ma sospendendo ogni forma di erogazione pubblica, dopo che il massimo responsabile di Fiat ha dichiarato di voler andare a proseguire altrove la sua attività industriale”.
Roma, 31 luglio 2013