“Chi si trova a vivere la condizione di malato terminale è per la cultura materialista solo un peso, quando invece il mettersi in discussione in quella fase può ancora far dare molto alle persone che vivono questa condizione. E’ necessario, quando parliamo dell’applicazione delle cure palliative, dare un significato spirituale a ciò che i malati terminali sono costretti a vivere sulla propria pelle, la scienza trova la sua ragion d’essere quando le si attribuisce un significato etico, non vi può essere una buona etica senza scienza e viceversa. Questi sono aspetti da espandere e valorizzare in una cultura per la vita, al contrario di quanto può accadere in quelle visioni materiali che portano all’isolamento e all’emarginazione e dove la persona, l’essere umano, non viene messa al primo posto, un posto che invece deve necessariamente occupare per dare un senso alla nostra esistenza”.
E’ quanto ha dichiarato il senatore di Fratelli d’Italia, Alberto Balboni, nel corso del suo intervento al convegno “Ricordati di me, oltre la fine che verrà”, organizzato a Roma dall’associazione Scienza&Vita.