«L’on. Gianfranco Librandi, piuttosto propenso alla dinamica delle giravolte, pensi ai suoi di rivoltamenti. Mio nonno, bontà sua, non ha praticato giravolte in vita e penso non lo faccia neanche nella tomba.
Non stupisce che un personaggio come Gianfranco Librandi abbia un’idea delle istituzioni differente da quella di mio nonno e della Destra italiana, ma per chi interpreta la Nazione come un modo di essere culturale e spirituale, e non solo il colore di un passaporto, appare molto chiaro il profilo di inopportunità della vicenda Gozi. Non dovrebbe essere neppure necessario ricordare a Gianfranco Librandi la vera e propria ostilità che i nostri amici francesi ci hanno di recente mostrato in tante occasioni: dalla guerra in Libia alla vicenda dei cantieri navali Saint-Nazaire, dai commenti inopportuni verso i legittimi esiti elettorali italiani alla non gestione della questione immigrazione con frontiere chiuse e gravi invasioni di campo.
La battaglia di mio nonno fu una vittoria della civiltà, volta a tutelare e riconoscere gli interessi degli italiani nel mondo. Qui si parla invece di andare contro gli interessi dell’Italia.
Noi conosciamo bene le regole della democrazia italiana ed europea. A Librandi suggeriamo di candidarsi in qualche partito francese al prossimo giro, per arricchire la sua collezione di casacche e regalare un po’ del suo patriottismo ai nostri vicini, che gliene saranno certamente riconoscenti».
Lo ha dichiarato Andrea Tremaglia, capogruppo di Fratelli d’Italia al Comune di Bergamo e nipote di Mirko Tremaglia.