Il leader di FdI: «Non esiste nessun dialogo, dalla maggioranza una farsa»
L’intervista di Mario Ajello
Presidente Meloni, c’è chi aveva creduto all’unità nazionale sul Cura Italia e su tutto il resto. E invece siamo al solito nulla di fatto? «Non certo per colpa nostra. Fin dall’inizio abbiamo detto che eravamo a disposizione per dare una mano all’Italia, non al governo, e così ci siamo comportati e continuiamo a comportarci. Avanzando tantissime proposte sensate di natura pratica e di impatto sulla vita quotidiana delle persone. Abbiamo la coscienza a posto. Il governo invece ha fatto una farsa. Ha finto il dialogo. Prima ci hanno detto che non avrebbero accolto proposte legate a maggiori spese, visto che non c’erano i soldi. E poi, per motivi soltanto ideologici, non hanno accolto niente di niente. Stai zitto e vota: questo per loro è il dialogo. E noi gli rispondiamo: non stiamo zitti, continuiamo a fare le nostre proposte e non votiamo un decreto così».
Significa che non vedete niente di buono nel decreto così com’è? «Contiene un sacco di errori. Il più grande è che questo governo sta facendo il difensore della burocrazia. Il rischio è che si complichi tutto e che si perda tempo. Condivido il principio della cassa integrazione ma i soldi mi devono arrivare quando avrei dovuto prendere lo stipendio, e non un mese e mezzo più tardi. Oggi facciamo un’interpellanza urgente al governo su questo tema. Ma purtroppo sono certa che i soldi a chi ne ha diritto non arriveranno prima della fine del mese».
Burocrazia uguale lentocrazia? «La burocrazia è sia un problema pratico sia un problema di mentalità culturale. Oggi alle imprese e a chi produce devi dare questo messaggio chiaro: lo Stato, invece di rompervi in ogni modo le scatole, sta al vostro fianco, è dalla parte dei cittadini. Gran parte degli emendamenti che abbiamo presentato, ma nessuno è stato accolto, hanno proprio questo spirito profondamente pratico e popolare: la sospensione del decreto Dignità, l’abolizione del tetto al contante, l’annullamento degli Isa per il 2020, no al minimo contributivo per artigiani e commercianti. E va assolutamente eliminato l’obbligo di contrattazione sindacale per accedere alla cassa integrazione. È sia una perdita di tempo sia un modo per arricchire i sindacati».
Quanto all’Europa, però, voi fate fuoco e fiamme ma qualche passo in nostro aiuto si sta facendo. «Lei davvero vede segni di solidarietà? A me sembra invece che l’Unione europea sia un’unione tedesca in cui valgono solo gli interessi della Germania. Le crisi tirano fuori la vera natura delle cose, nella loro drammaticità. Oggi è sotto gli occhi di tutti che questa Ue è stata e continua ad essere ad uso e consumo della Germania. Il fatto che i tedeschi si oppongano agli Eurobond significa che, mentre noi contiamo i morti, loro contano gli spiccioli che potrebbero perdere in tassi d’interesse sui titoli di Stato. E tra l’altro non è affatto detto che li perderebbero».
Non corriamo il rischio di sembrare troppo lagnosi, anche se la situazione è assai grave? «Macché! Noi non chiediamo elemosina a nessuno, pretendiamo quello che ci appartiene. Ovvero di avere indietro quello che abbiamo dato. E mi faccia dire quanto sia offensivo e intollerabile che, mentre all’Eurogruppo la Germania cerca di mettere il cappio al collo all’Italia con il Mes, la nave Alan Kurdi di una Ong tedesca continua a pretendere di sbarcare immigrati clandestini in casa nostra».
Torna il tema dell’immigrazione, che il coronavirus sembrava aver bypassato? «La questione è che in piena emergenza Coronavirus, mentre noi teniamo segregati in casa gli italiani, qualcuno pretende che apriamo le porte a gente che arriva da territori nei quali non c’è alcun tipo di controllo. La misura della nostra pazienza è colma: caro governo tedesco ridacci i soldi che abbiamo messo nel fondo salva-stati, con i quali pretendi di salvare le banche tedesche, e riprenditi gli immigrati clandestini che le tue organizzazioni non governative pretendono di sbarcare in Italia perché non ne possiamo più».
Chiusura totale anche sul Mes dunque? «Ma certo. È un tradimento ai danni degli italiani. Non può esistere con le condizioni light. L’unico modo è liquidarlo e riprendersi i 15 miliardi che ci abbiamo messo».
Ma almeno la task force governativa anti-fake news poteva essere un ottimo terreno d’incontro. Stavolta non siete voi un po’ troppo rigidi? «Credo che in democrazia non possa esistere il Ministero della Verità. E non ha molto senso una commissione sulle fake news sanitarie in cui non ci sia neanche un virologo. Non solo. Diversi esponenti di questo organismo hanno diffuso bufale. Inoltre, segnalo sommessamente che le più grandi fake news le ha propalate il governo, per esempio quando ha detto che gli asintomatici non contagiavano. Con la logica della task force anti-bufale anche Conte rischierebbe di finire sul rogo dell’Inquisizione».