Il presidente di FdI: Odg alla manovra in Aula, vediamo come voteranno M5S e Pd
L’intervista di Barbara Jerkov
Presidente Meloni, la maggioranza in commissione Bilancio ha bocciato tutti gli emendamenti per Roma. Un ceffone in piena regola per la Capitale e per i romani. «Si, la manovra rossogialla ignora Roma Capitale. Ed è sconcertante che un’umiliazione del genere arrivi da un governo sostenuto dai partiti che esprimono il sindaco e il presidente della Regione. II risultato dei lavori della Commissione Bilancio è desolante: bocciate tutte le proposte qualificanti, passa solo la creazione di un “tavolo istituzionale” per il Giubileo del 2025, che non si occuperà dei poteri e delle risorse per Roma Capitale e che rischia di essere l’ennesima scatola vuota nelle mani di Conte. Mi auguro di essere smentita».
Tra le proposte bocciate ce n’era anche una a sua firma, cosa proponeva? «Un fondo ad hoc da un miliardo di euro per coprire gli interventi finalizzati al trasferimento dei poteri a Roma Capitale. Risorse che sarebbero servite per affrontare i problemi strutturali della città: viabilità, trasporti, emergenza abitativa, roghi tossici e inquinamento. Lo hanno bocciato, e non si capisce il perché. Oggi alla Camera si discutono gli ordini del giorno alla manovra e io stessa presenterò quello su Roma Capitale, di cui sono prima firmataria. Vedremo che parere esprimerà il governo e come voteranno Pd e M5S».
Più fondi e poteri per la Capitale: a parole li vogliono tutti, in pratica siamo ancora a zero. «Da anni Conte, Raggi e Zingaretti continuano a fare promesse, ma alla prova dei fatti il risultato è sempre lo stesso. Roma viene umiliata e dimenticata. Ed è triste che questo trattamento le sia riservato da chi viene pagato dai romani per difenderla e valorizzarla».
Conte aveva promesso un capitolo Roma nel piano sul Recovery ma anche qui non se n’è fatto nulla… «Non stupisce, ma ricordo che è solo grazie a Fratelli d’Italia se nelle linee guida sul Recovery Fund è stato dedicato un focus a Roma Capitale. È il frutto di una nostra battaglia in Commissione e continueremo a porla come una priorità. Vedremo se nella versione definitiva del piano da presentare alla Ue, Conte manterrà fede alla parola data».
Raggi è pronta ad annunciare un tavolo sul Recovery invitando imprese, sindacati, forze di opposizione. Accetterà l’invito? «Siamo pronti sempre a dare iI nostro contributo per il bene di Roma e dei romani, ma non siamo disposti a perdere altro tempo o a legittimare operazioni che non portano a nulla. Per noi parlano gli atti e le proposte presentate in Parlamento, in Regione Lazio e in Assemblea capitolina: noi siamo sempre stati coerenti, a differenza di quello che abbiamo visto fare al M5S. È grazie alla mozione di Fdl approvata dall’Aula Giulio Cesare se la Raggi ha avuto la forza di andare da Conte per chiedere più soldi e poteri per la città che i grillini amministrano da quasi 5 anni».
Non sarà che i parlamentari romani non sanno fare “cartello” per difendere le prerogative della Capitale? «È una questione che riguarda tutti i parlamentari perché Roma è la Capitale della Repubblica italiana, non una città qualunque. Tutte le nazioni serie considerano la Capitale come il loro biglietto da visita, hanno previsto uno status specifico, poteri extra e risorse adeguate alle funzioni svolte. Roma è il comune più esteso d’Italia, ospita 29 organizzazioni internazionali, ha un’estensione pari a 12 volte Parigi e 7 volte Milano ma è governata con gli stessi poteri di un Comune di mille abitanti. Non è sostenibile ed è un tema che il Parlamento, nel suo complesso, deve affrontare».
Il Covid ha aggravato il declino socio-economico di Roma. Ora come si riparte? «Serve una visione organica di sviluppo capace di valorizzare i punti di forza della Capitale, a partire dal turismo e dai servizi. E una grande operazione per rilanciare l’immagine di Roma in Italia e nel mondo, macchiata da una pessima amministrazione che ha allontanato gli investimenti e non ha creato un ambiente favorevole per gli operatori economici e le imprese. Poi le periferie dimenticate, e che stanno pagando il prezzo più alto in questa crisi. E, appena il Covid Io consentirà, intendiamo organizzare gli Stati generati delle periferie per dare risposte a problemi che hanno tutte le grandi città».
Nel 2021 si vota per il Campidoglio: cresce l’ipotesi di uno slittamento delle elezioni a dopo l’estate a causa della pandemia. Lo ritiene possibile e, nel caso, avallerebbe il rinvio? «Assolutamente no, il Covid c’è in tutto il mondo e non mi sembra che altre nazioni abbiano sospeso per questo la democrazia, a nessun livello. La sinistra cerca di trovare ogni pretesto possibile pur di non essere sottoposta al giudizio dei cittadini. Fosse per me, in primavera andrei a votare anche per le politiche per mandare a casa in un colpo solo Conte e la Raggi».
A proposito di elezioni, che tempi prevede per la scelta del candidato sindaco del centrodestra? «Siamo a buon punto. Il nostro obiettivo è offrire presto ai cittadini una proposta di governo seria e credibile e il candidato migliore per vincere. A Roma, così come in tutti gli altri comuni e capoluoghi nelle quali si voterà».
Chiunque sarà, sfiderà la Raggi che è appena stata assolta. Assoluzione sulla quale lei è intervenuta… «Sì, e l’ho considerata una buona notizia, sia umanamente che per la credibilità della città, che merita rispetto e non altro fango. Non ho condiviso nulla di questi cinque anni di amministrazione Raggi: iI vento non è cambiato, come aveva promesso il giorno dopo la sua elezione. Nessun problema della Capitale è stato risolto, la qualità della vita è peggiorata, e i cittadini hanno la sensazione che in Campidoglio non ci sia nessuno. E su questi temi la giudicheranno, nelle urne, i cittadini».