di Barbara Jerkov
«La Capitale è ormai tagliata fuori da tutto, è la grande dimenticata d’Italia. La responsabilità cade su un sindaco inadeguato al suo ruolo, con la complicità di Regione e Governo». In un’intervista al Messaggero la leader di Fdl, Giorgia Meloni, prende posizione. «Ma ora – aggiunge – grazie ai fondi per il Covid si deve invertire la tendenza». Intanto il premier Conte si blinda: «Draghi? Lo volevo alla Ue ma mi disse che era stanco». E apre al Mattarella bis.
Presidente Meloni, Roma è ancora una volta scomparsa dai radar del governo che ha candidato due città del Nord – Milano e Torino – a importanti agenzie europee, esaltando strategicamente il rafforzamento di un asse del Nordovest. Come valuta questa mossa? «Senza fare campanilismi, ogni risultato che ottiene l’Italia è una vittoria. È per questo che anche noi abbiamo sostenuto la candidatura di Milano ad ospitare il Tribunale europeo dei brevetti, però bisogna considerare l’equilibrio generale e capire in questo contesto qual è il ruolo di Roma, che rischia di essere la grande dimenticata. La Capitale è assente da ogni partita per colpa di un sindaco inadeguato al suo ruolo e che ha fatto piombare la città nell’immobilismo assoluto. La Roma governata dai Cinquestelle è paralizzata, non attrae investimenti e non ha alcuna visione di sviluppo. Chiunque ormai dà per scontato che nella Roma governata dai Cinquestelle non si possa fare nulla. Purtroppo, il risultato è che la nostra città è tagliata fuori da tutto, con la complicità del governo giallorosso».
Dal sindaco Raggi e dal presidente della Regione Zingaretti nessuna reazione… «Certo, e non stupisce. D’altronde Raggi e Zingaretti hanno altro a cui pensare. Da una parte il sindaco e il M5S stanno dimostrando di essere preoccupati più delle loro sorti personali che del bene della città, dall’altra il segretario del Pd è ben felice di assistere al tracollo grillino a Roma pensando che questo possa ottenere un vantaggio per il suo partito. Un’ignobile guerra tra bande all’interno delle forze di maggioranza, sulla pelle di Roma».
È un fatto che Roma è ormai da anni, dal ritiro della candidatura alle Olimpiadi voluta dall’amministrazione 5Stelle, senza un progetto forte, senza un’idea di rilancio. «Roma è umiliata da un mix di incompetenza e arroganza. Il no alle Olimpiadi è stato drammatico, perché ha impedito che la città potesse godere di enormi opportunità di sviluppo. I Cinquestelle hanno preferito l’ideologia agli investimenti, gli slogan alle infrastrutture, la retorica ai posti di lavoro. Il risultato è che Roma e l’Italia hanno perso una straordinaria occasione di crescita. Il declino di Roma è inaccettabile, e non intendiamo più sopportarlo».
La crisi Covid, e i fondi europei, potrebbero essere un’occasione per rimettere la Capitale al centro dell’agenda? «Sì, ma dipende per cosa questi soldi vengono spesi e per quali progetti. E non credo affatto che la Raggi e i Cinquestelle siano all’altezza di questa sfida. Da chi propone la funivia come soluzione al caos trasporti e spende soldi dei romani per una idiozia come la spiaggia sul Tevere non mi aspetto niente di buono. A Roma tutto è fermo, dalle cose più banali a quelle più importanti. I grillini non sono capaci di risolvere problemi semplici, figuriamoci se sono in grado di immaginare come utilizzare i miliardi che potrebbero arrivare dal Recovery Fund».
Eppure spicca l’assenza di un leader interessato a issare la bandiera del rilancio di Roma. Detto dal punto di vista dei romani, francamente offensivo. «Abbiamo sempre messo Roma tra le nostre priorità e lo abbiamo fatto non perché io sia romana, ma perché tutte le nazioni serie e degne di questo nome si rendono conto di quanto importante sia la credibilità della propria Capitale, che rappresenta il biglietto da visita di fronte al mondo. Roma è l’unica capitale d’Europa che non viene trattata come tale dalla sua classe politica e dello Stato centrale. Lo abbiamo ribadito anche di recente, quando nel patto sottoscritto da tutto il centrodestra abbiamo richiamato gli impegni programmatici presi alle politiche del 2018: Roma deve avere lo stesso trattamento che hanno le principali capitali europee e mondiali. Roma è la capitale d’Italia, del Mediterraneo, del Cristianesimo. Roma deve riscoprire la sua vocazione universale e tornare a pensare in grande. Continua ad essere decisiva la battaglia sui poteri speciali e le risorse, che siamo stati i primi a porre in Campidoglio e in Parlamento e che era il primo punto del nostro programma alle comunali del 2016. Abbiamo perso 4 anni e rimane agli atti che il partito che esprime il sindaco di Roma e il partito che esprime, addirittura con il suo segretario, il presidente della Regione e che insieme governano in Italia non hanno fatto nulla quando hanno avuto la possibilità di lavorare sui poteri di Roma. Non ci facciano le loro promesse, hanno già fallito».
Il Pd non riesce a trovare un nome per il Campidoglio. Ma anche il centrodestra, a meno di un anno dalle elezioni per il Campidoglio, non ha ancora individuato il suo. Anzi, se capisco bene ci si divide tra chi come FI insiste per un tecnico (Tajani ha parlato anche di un militare…) e chi vedrebbe meglio un politico. Qual è il profilo, se non il nome, che proporrà agli alleati? «Non mi è mai piaciuto fare identikit e disegnare profili, escludendo a priori qualcuno. Certo, Roma è una macchina molto complicata da governare e ha bisogno di persone che la conoscono bene e che sappiano gestire con autorevolezza e fermezza i suoi difetti, come apprezzarne i suoi pregi. Chi ha fatto politica, dai Consigli municipali in poi, sa perfettamente di cosa sto parlando. Sicuramente non faremo lo stesso errore dei grillini, che sono andati in Campidoglio per “fare esperienza”. Non si fa il tirocinio sulla poltrona da sindaco di Roma».
E quali tempi immagina per aprire di fatto la campagna per il dopo Raggi, con un candidato sindaco e un programma per Roma? «Subito dopo le regionali sarà la nostra priorità e faremo tutto quello che possiamo per dare a Roma un sindaco alla sua altezza. I nomi e le idee non sono mai mancati, come dimostrano le tantissime proposte che in questi anni abbiamo portato in Assemblea capitolina e in Parlamento e che il M5S ha puntualmente ignorato. Voglio tranquillizzare tutti: non siamo distratti sul tema della Capitale e Fratelli d’Italia sarà protagonista di questa sfida».