L’intervista di Mario Ajello
Onorevole Meloni, non vi fanno deporre una corona di fiori sull’Altare della Patria il 2 giugno. Censura? «No, ma è grave il modo in cui Palazzo Chigi ha gestito questa vicenda. Il fatto che la stampa abbia conosciuto due ore prima di noi la risposta a una nostra legittima richiesta è una fotografia abbastanza nitida di come operano Conte e soci. Hanno usato anche una celebrazione emozionante come l’omaggio al Milite ignoto, per tentare di screditarci. Bastava dire: non si può andare a mettere la corona perché il 2 giugno può farlo solo il Presidente della Repubblica. Avremmo compreso benissimo».
La vostra manifestazione però ci sarà, anche se non s’è mai vista una piazza in mascherina? «Domani saremo a Piazza del Popolo con il tricolore di 500 metri. Naturalmente avremmo voluto una manifestazione piena di gente, ma vogliamo rispettare le regole e non vogliamo far correre rischi a nessuno. Ci saranno esponenti dei tre partiti del centrodestra, ognuno con la propria mascherina e saremo ben distanziati».
Ma non crede che gli italiani, più che le piazze, vogliano le soluzioni? «Le due cose sono collegate. Abbiamo scelto il 2giugno perché non c’è modo migliore di omaggiare la Repubblica che dare voce a quei milioni di cittadini che non si rassegnano a un’Italia condannata al declino dal Covid e dalle scelte sbagliate del governo. Perché le soluzioni di cui l’Italia ha bisogno sono distanti anni luce dal bonus monopattino. Se di fronte al rischio che un’impresa su tre non riapra, con conseguente ecatombe occupazionale, ti preoccupi del bonus monopattino, sei un irresponsabile. Sfido la Raggi, che da giorni lancia i monopattini elettrici, ad andare da casa sua ad Ottavia fino in Campidoglio col monopattino. E vediamo se ci arriva! La verità è che Palazzo Chigi si fa scrivere le norme da chi abita a via Condotti o lì intorno e non vive la realtà della gente normale».
Manifestate domani anche contro la sindaca? «Il disastro di Roma è parte, importantissima, del disastro generale dei rossogialli. La Capitale non è purtroppo immune dalla incompetenza e dalla fame di potere a cui ci hanno abituato i grillini anche al governo nazionale. Si figuri che hanno previsto nel decreto rilancio ben 2 milioni e 400mila euro di nuove consulenze per il ministero dello Sviluppo economico. Ma Conte lo sa quante aziende si salvano con 2 milioni e 400mila euro? Molte più di quante ne salveranno i loro consulenti».
Però, onorevole Meloni, lei non s’è sempre dichiarata disponibile a collaborare con questo governo per il bene della Patria? «Certo, ma non saremo mai complici di questo scempio. Per avere la nostra collaborazione devono mostrare serietà. Devono tirare fuori dal decreto Rilancio tutte le marchette e i bonus inutili. O tolgono tutte queste vergogne o la nostra collaborazione non l’avranno. Le dico di più: abbiamo chiesto che le riunioni della cabina di regia governo-opposizioni sul decreto Rilancio si tengano in diretta streaming. E indovini? I Cinquestelle stelle si sono opposti. Erano quelli che volevano aprire le Istituzioni come una scatoletta di tonno, e ora che il tonno sono loro vogliono tenere ben sigillata la scatoletta».
Voi sovranisti però non vi sentite in imbarazzo a parlare ancora di Europa Matrigna, mentre quella sgancia soldi? «Se e quando i soldi Ue arriveranno, sarò la prima ad applaudire! Da patriota non potrò che esserne felicissima. Ma se il Recovery Fund sarà una cosa seria, lo si dovrà soprattutto a chi come noi ha messo all’attenzione di tutti il fatto che l’Europa, anche di fronte al dramma Covid, era praticamente immobile, ostaggio degli egoismi di alcuni. Ora sento dire che siamo pieni di soldi, ma Conte ci può anche dire quando arriveranno nelle tasche degli italiani? Il resto sono solo chiacchiere sulla pelle delle persone».
Altri aiuti sono targati Mes; non anti-patriottico rifiutarli? «Sono prestiti e i prestiti hanno sempre delle condizioni, nello specifico con il Mes ci prestano soldi in parte nostri, ma siccome il tasso di interesse per restituirli è basso, dobbiamo pure dire grazie. Aggiungo che non mi fido della presunta assenza di condizionalità, perché il Mes è un trattato internazionale e non si può cambiare con una lettera di Gentiloni. Insomma, ho le mie ragioni per essere diffidente, ho suggerito al governo di attivarsi, piuttosto, per attivare i diritti speciali di prelievo del Fondo monetario internazionale. Attuando la proposta formulata dal Financial Times l’Italia potrebbe ottenere 40 miliardi a fondo perduto e senza alcuna condizione. Altro che Mes!».
Intanto i sondaggi non fanno che dire: sale Fdl, scende la Lega. Sta brindando? «I voti prima si prendono, poi si contano. Detto questo, stiamo raccogliendo i frutti di otto anni di duro lavoro. Molti italiani guardavano a noi con interesse ma non ci votavano per paura di sprecare il voto dandolo a una forza ancora piccola. Dopo il risultato delle Europee è cambiato tutto. Tanta destra che si era dispersa dopo la fine di An sta tornando a casa. Molti di quelli che avevano scommesso sui Cinquestelle, e poi magari erano passati alla Lega durante il governo gialloverde, adesso guardano a noi perché siamo diventati competitivi. Ma il gioco del travaso interno al centrodestra è inutile. Io guardo al rafforzamento generale della coalizione, quello che ci consentirà di governare in sicurezza. Il nostro obiettivo non è togliere voti alla Lega ma su superare i Cinquestelle, che hanno tradito tutte le loro battaglie. E vedo che la differenza si va assottigliando».
È vero che con la Lega avete deciso: candidato sindaco di Roma a Fdl e aspirante presidente laziale alla Lega? «Non abbiamo deciso niente del genere. Sia per la Regione che per il Comune abbiamo le nostre proposte da fare, e saranno competitive, perché si può vincere e lo sanno tutti. Lo sanno bene anche i grillini, che stanno già cercando di ricollocarsi ovunque sia possibile. È emblematico il caso di Frongia, braccio destro della Raggi, che vuole andare a fare il manager nella società Sport e Salute. La fuga è cominciata».