Il presidente di FdI: «Con il via libera addio sovranità: è il voltafaccia definitivo dei grillini»
L’intervista di Mario Ajello
Presidente Meloni, il 9 dicembre sul Mes, tra spallate esterne e divisioni interne, crollerà il governo? «Noi come centrodestra e noi di Fratelli d’Italia stiamo facendo tutto quello che dobbiamo fare. Con grande compattezza e determinazione. Magari il 9 dovesse crollare il governo, sarebbe una liberazione per gli italiani di cui il premier, credendosi il Re Sole, pensa di poter decidere tutto. Compresi i diritti fondamentali: come devono muoversi gli italiani, come devono comportarsi, chi vedere e chi no… Quanto al 9 dicembre, io penso che se M5S cede anche sul Mes avrà raggiunto l’obiettivo storico di tradire il cento per cento delle sue promesse. Dunque, delle due, l’una: o crolla Conte o crolla M5S».
Più probabile l’opzione 1 o l’opzione 2? «Temo la seconda. Ma dire di sì alla riforma del Mes significherebbe consegnare definitivamente la sovranità italiana ai diktat europei e utilizzare i soldi degli italiani per salvare le banche tedesche».
La sensazione è che, per salvare al Senato il governo, potrebbero esserci uscite tattiche di alcuni forzisti dall’aula. Non teme manovre di questo tipo, benedette sotto sotto dal Cavaliere e dovute alla paura dello scioglimento delle Camere da parte di Mattarella? «Questa sorta di soccorso è ciò che spera sempre la maggioranza. Ma, se si guardano i fatti, Forza Italia nonostante le lusinghe della sinistra ha agito ogni volta correttamente».
In realtà, un giorno Berlusconi sembra stare con il centrodestra e un giorno flirta con il governo. «Io non confondo il tentativo di qualcuno, di accreditarsi con la maggioranza per obiettivi personali, con le scelte complessive di un partito. Che sono state finora coerenti».
Qualcuno chi: Brunetta, Gelmini, Letta? «Non ho bisogno di fare nomi. In ogni caso, vorrei ricordare che gli alleati hanno finalmente firmato il patto anti-inciucio in occasione delle ultime regionali. Mi pare che Berlusconi lo stia rispettando e mi interessa questo».
Una mano alle opposizioni non crede che la stia dando il Pd sempre più disamorato di Conte? «Ormai il Pd è famoso, quanto i 5 Stelle, per privilegiare l’obiettivo di governare rispetto a qualsiasi questione di merito. Sono attaccati alla poltrona esattamente come i grillini. È il caso di ricordare che, negli ultimi 10 anni, quel partito ha governato per 9 anni, senza mai aver vinto le elezioni».
Voi avete bloccato l’aula di Montecitorio l’altro giorno e state dando battaglia sul decreto sicurezza. È una spallata? «Come se non avesse già tanta disperazione di cui occuparsi, quella degli italiani, Conte aggiunge altri disperati dei quali Stato si occuperà. Ossia apre le porte agli immigrati clandestini. È surreale e gravissimo e produce rabbia nei nostri cittadini. Si aggiunge emergenza ad emergenza. Una colpa che va denunciata in tutti i modi. Se il premier e il suo governo vogliono occuparsi degli immigrati, e non degli italiani, si dimettano e vadano a governare un Paese africano, senza che i nostri cittadini paghino più i loro stipendi».
Non sta facendo del populismo? «Sto dicendo quello che vedono tutti. Mentre chiudono gli italiani in casa, aprono i porti; mentre gli imprenditori sono disperati, gli scafisti festeggiano; mentre i commercianti vengono multati, si tolgono le multe alle Ong che operano illegalmente; mentre agli italiani si impedisce il passaggio da comune a comune, gli immigrati possono passare da una nazione all’altra; mentre agli italiani si impedisce di pagare in contanti, per favorire la moneta elettronica, lo stesso governo abolisce l’imposta sul money transfert, cioè lo strumento che consente di trasferire all’estero il contante spesso usato dalle mafie straniere per trasferire i proventi delle loro attività criminali».
Avete occupato l’aula per questi motivi? «Lo abbiamo fatto per protestare perché mentre il Parlamento era impegnato sul tema lunare delle porte aperte agli immigrati, Conte comunicava agli italiani quali sarebbero stati i diritti consentiti nel prossimo mese. Il novello Re Sole non ha considerato necessario venire in Parlamento: ha preferito il suo solito show serale, per motivi evidenti. Ha usato quello spazio per difendersi, in prime time e senza contraddittorio, su una questione personale. Cioè il presunto uso improprio degli uomini della sua scorta, per andare a difendere la fidanzata rincorsa da alcuni giornalisti, che volevano sapere di più circa una presunta norma ad personam che il premier avrebbe fatto in favore del suocero. Chiedo al presidente Mattarella se tutto questo sia normale. Se una cosa del genere l’avesse fatta Berlusconi, sarebbe stato prelevato dalla Celere».