L’intervista di Alberto Di Majo
Presidente Giorgia Meloni, oggi il centrodestra è in piazza per protestare contro il governo Conte. Cosa rimproverate alla maggioranza giallorossa nella gestione dell’emergenza Coronavirus? «Ci siamo trovati tutti di fronte ad una situazione mai conosciuta prima ma sicuramente si poteva e si doveva fare meglio. Tutti ricordano quando proponemmo per primi insieme ai governatori dei nord di sottoporre in quarantena chi arrivava dalla Cina. Ci risposero che il virus da combattere era il razzismo, che bisognava correre ad abbracciare i cinesi e fare gli aperitivi sui Navigli. Poi hanno preferito una comunicazione confusa con l’unico fine di alimentare la fama di popolarità dei premier: il risultato è stato creare ancora maggiore ansia tra i cittadini. Poi ci hanno chiesto di autorizzare maggiore debito per 80 miliardi (sommando i due decreti, “cura Italia” e “rilancio”) e finora non hanno accolto nemmeno una delle nostre proposte. Ci sono centinaia di migliaia di lavoratori che non hanno ancora ricevuto la cassa integrazione e sono senza stipendio da fine febbraio, moltissimi autonomi che attendono ancora il bonus da 600 euro, pochissimi soldi del decreto liquidità sono arrivati alle imprese mentre le banche hanno usato la garanzia statale per coprire le esposizioni pregresse. Poi finalmente uno si aspetta il decreto rilancio e se lo ritrova pieno di marchette, con il bonus monopattino e il bonus vacanze a carico degli albergatori. Vuole che vada avanti? Io penso che il governo sia così attento a leggere i sondaggi che non ha avuto tempo di accorgersi delta drammatica emergenza sociale nella quale l’Italia sta piombando».
Le dispiace che a lei e a Salvini non sia stato permesso per la festa della Repubblica di portare una corona all’Altare della Patria? «Mi è dispiaciuto soprattutto il metodo. La nostra è stata una richiesta cortese e formale, sarebbe stato corretto da parte del governo rispondere con altrettanta cortesia prima di darne notizia ai giornali. Se qualcuno ci avesse detto che il gesto poteva sembrare irrispettoso del Presidente Mattarella non saremmo andati avanti. Invece anche questo è stato usato per screditarci. È una costante di questa emergenza: le logiche di comunicazione perverse del duo Conte-Casalino prevalgono su buon senso e correttezza. A scapito delle istituzioni».
Come ritiene che andrebbe affrontata la crisi economica che sta mettendo in grave difficoltà il Paese? «Vanno messe in sicurezza le tante aziende che rischiano di chiudere e i relativi posti di lavoro, garantendo alle imprese liquidità a fondo perduto e annullamento delle tasse per tutto il periodo in cui non hanno generato reddito. E bisogna investire sulla ripresa: perché senza ripresa, quando in autunno le risorse per gli ammortizzatori sociali saranno finite, non ci sarà ricchezza da distribuire. Per questo va impostato subito uno shock fiscale a favore di imprese e famiglie e rilanciati gli investimenti pubblici produttivi. Serve fiducia, lo Stato deve dare un messaggio chiaro; se tu imprenditore stringi i denti e non molli io ti sostengo, ti abbasso le tasse, ti azzero la burocrazia. Solo così ci rialzeremo, insieme».
L’Ue e le sue istituzioni hanno preparato un piano che prevede prestiti, acquisti di titoli di Stato e soldi a fondo perduto. Pensa che sia sufficiente? «L’Ue ha gestito molto male la prima fase della pandemia. Pensavano fosse un problema solo italiano, ci negavano le mascherine e i respiratori, la Lagarde ha mandato a picco la Borsa italiana come mai prima d’ora, i nostri autotrasportatori venivano bloccati alle frontiere e a Bruxelles si pensava ancora alla riforma del MES. Senza nemmeno lo straccio di un protocollo sanitario comune che ci assicurasse sulla correttezza dei numeri del contagio in tutti gli Stati europei. Poi quando la crisi ha aggredito Germania e Francia l’atteggiamento è cambiato, è stato sospeso il patto di stabilità, la Bce ha ricominciato ad acquistare titoli e ora è arrivata questa proposta sul Recovery Fund. Finalmente pare si cambi passo, ma chi dice che verremo inondati di miliardi fa solo irresponsabile propaganda: questi soldi arriveranno, se arriveranno, nel 2021 inoltrato e la nostra economia non può aspettare. Il rischio è che nel frattempo il governo, in mancanza di altri fondi, decida di ricorrere al MES con tutte le condizionalità previste dai trattati. Ma voglio aggiungere un tema importante che riguarda il metodo: se davvero arriveranno questi 170 miliardi che prevedono riforme da realizzare a medio termine e un piano di rimborso a 30 anni, misure che quindi impegneranno anche i prossimi governi, davvero pensano di deciderlo a colpi di maggioranza? Perché se pensano che noi votiamo a scatola chiusa per consentire loro di ipotecare il futuro de gli italiani per i prossimi trent’anni si sbagliano di grosso».
Si aspettava che alcuni Paesi europei vietassero la libera circolazione agli italiani o ad una parte di essi? «Guardi, noi stiamo facendo una battaglia a tutto campo contro la logica degli accordi bilaterali e dei corridoi turistici. In questi anni ci hanno decantato i benefici del mercato interno europeo e ora che viene palesemente violato Bruxelles tace e il nostro governo balbetta. Ho letto che Di Maio minaccia ritorsioni e ha in programma missioni in Germania, Grecia e Croazia per provare a rimediare. Mi auguro che almeno su questo porti a casa qualche risultato perché in questi mesi il turismo è stato tra i settori più abbandonati. Nel frattempo prepariamoci ad aiutarci da soli, chi può prenoti le vacanze in Italia. Siamo una grande nazione e se ci aiutiamo possiamo farcela anche da soli. A patto che ripartiamo uniti: capisco le preoccupazioni di alcuni governatori ma mettere limitazioni tra le nostre regioni indebolisce la nostra posizione con gli altri governi europei».
Torniamo alla manifestazione. Il centrodestra sarà riunito anche se Silvio Berlusconi ha preferito stare un passo indietro (ci saranno però Antonio Tajani e altri). Si augurava un maggiore coinvolgimento da parte dell’ex premier? «Ma no, figuriamoci. Silvio Berlusconi è pienamente coinvolto in tutte le decisioni prese in queste settimane e non potrebbe essere altrimenti. Non farà mancare la sua presenza e il suo contributo, anche se non in presenza. Oggi il centrodestra sarà compatto e questo per me è un fatto importante. A cui, mi darete atto, Fratelli d’Italia non ha mai smesso di lavorare, a volte anche contro i suoi interessi».
Ci crede ai sondaggi? Che effetto le fa che assegnino a Fdl più del 15%? «I voti prima si prendono, poi si contano e infine sì commentano. Sicuramente mi fa piacere questa costante crescita dì Fratelli d’Italia che gli ultimi sondaggi danno addirittura sopra al massimo storico di Alleanza Nazionale. Quando decidemmo più di sette anni fa di “salvare la destra” eravamo in pochi e venivamo ignorati o derisi; oggi siamo un punto di riferimento importante nella politica italiana e con un solido posizionamento internazionale. Tutti sanno che nella politica italiana non si può più prescindere da Fratelli d’Italia».
Qual è il “segreto” del suo successo? E quanto hanno pesato nella crescita del suo partito gli errori di Salvini? «Non commento i presunti errori degli altri, tantomeno mi presto al gioco di chi vorrebbe farmi litigare con Matteo. Non faccio mai il gioco della sinistra, è per questo che abbiamo dato vita a Fdl. Ed è proprio questo il nostro segreto: siamo tremendamente noiosi, siamo coerenti e non cambiamo mai bandiera, quel che diciamo facciamo, In questa fase di emergenza non abbiamo mai fatto una critica senza avanzare una proposta alternativa. Votiamo tutto ciò che può essere utile agli italiani ma non rinunciamo mai a denunciare quello che non va e a proporre le nostre ricette; insomma siamo un’opposizione seria che si prepara ad andare al governo, non appena ci sarà consentito di votare».
A proposito, se si votasse oggi Salvini sarebbe il candidato premier del centrodestra? O potrebbe essere una donna… «Non è questione di uomo o donna, sono arrivata dove sono ora senza quote rosa e non ho intenzione di iniziare ora. Nel centrodestra abbiamo sempre avuto una regola non scritta: il partito che alte elezioni prenderà un voto in più esprimerà il premier. Semplice, no?».
Alcuni osservatori avanzano pure la candidatura a premier del governatore del Veneto Luca Zaia. Che ne pensa? «La stessa cosa. Luca Zaia è un ottimo governatore, così come molto bene stanno lavorando altri governatori di centrodestra. Penso al nostro Marco Marsilio che sta facendo un ottimo lavoro in Abruzzo e risulta tra i primi tre governatori nel gradimento dei suoi cittadini. Tornando a Zaia, credo e mi auguro che si avvii ad un’ampia riconferma alla guida di un centrodestra compatto. Che così sarà in Veneto come nelle altre regioni al voto. Non credo gli interessi oggi uno scenario diverso e in ogni caso sarà un tema che riguarderà la Lega, il cui segretario oggi è Matteo Salvini. Gliel’avevo detto che sono noiosa…»