Carissimo On. Scalfarotto,
Le scrivo a seguito della sua missiva indirizzata a Giuseppe studente del Giulio Cesare, da lei pubblicata sul sito personale ( http://www.ivanscalfarotto.it/2016/01/12/17953/ ).
Non le scrivo per confutare le sue affermazioni che rispetto, come ogni opinione, ma non condivido minimamente. Non le scrivo nemmeno per chiarire perché sostengo la famiglia naturale o, se proprio le da fastidio l’aggettivo, la famiglia punto. Non lo farò in questa lettera per il semplice motivo che vorrei farlo al Giulio Cesare. Come lei sa, sono io la sua controparte nel dibattito voluto dagli studenti.
Mi conosce discretamente bene visto che sempre io l’ho accolta ad Atreju, la festa dei giovani di Fratelli d’Italia, l’ho amabilmente accompagnata per gli stand e ho moderato con rispetto il dibattito al quale l’avevamo invitata per parlare degli stessi argomenti previsti al Giulio Cesare. Mi ha stupito il suo diniego e soprattutto mi hanno stupito le sue argomentazioni, come può parlare di odio proprio lei che da me è stato accolto con tutto il rispetto che si deve ad ogni persona? Accolto per giunta a casa mia, nel salotto politico del partito di cui sono dirigente!
Nella sua lettera mi accusa di volere “dimostrare l’inferiorità morale” della sua famiglia, l’inferiorità e la morale in questa vicenda non c’entrano nulla, l’antropologia sì ed anche molto, se vuole ne parleremo al Giulio Cesare!
Mi stupisce che un parlamentare, per giunta sottosegretario rifiuti il confronto con una controparte. Cosa farà alla Camera quando la Meloni argomenterà il suo no alle unioni civili? Uscirà dall’aula o ne chiederà l’espulsione assieme a quella di tutti quei deputati giudicati colpevoli dal tribunale LGBT di lesa maestà nei confronti del politicamente corretto in salsa arcobaleno?
Affermare, come fa lei, che ci siano pensieri aprioristicamente meritori di censura è l’anticamera della tirannia, la mia formazione personale mi impone di pensare che tutte le opinioni, anche le più sciocche, abbiano diritto di cittadinanza. Sono stato educato da mio padre socialista e da mio nonno comunista al rispetto delle idee e delle persone, questo mi fa supporre che oltre la sinistra liberticida che lei rappresenta ne sia esistita una diversa.
Onorevole Scalfarotto mi permetta di dirle che in questa vicenda non ci fa una figura straordinaria, suvvia, la smetta con questo atteggiamento strumentale, ci ripensi, la aspetto al Giulio Cesare.
La prego non mi deluda, non vorrà mica che gli studenti del liceo romano maturino il legittimo sospetto che lei abbia utilizzato argomentazioni così semplicistiche per sfuggire da un confronto che in punta di ragione mostrerebbe a tutti le colossali inesattezze che sono alla base della sua battaglia al fianco delle lobby LGBT, battaglia che nulla ha a che fare con i diritti dei più deboli e molto con gli interessi dei poteri forti!
Federico Iadicicco