Lo dichiarano i senatori di Fratelli d’Italia Patrizio La Pietra e Luca De Carlo, rispettivamente capogruppo in commissione Agricoltura e responsabile nazionale del Dipartimento Agricoltura di FdI.
“La presenza degli equidi – osservano La Pietra e De Carlo – ha registrato una crescita esponenziale in quasi tutte le regioni italiane. E’ evidente come a tale crescita esponenziale abbia corrisposto un altrettanto significativo accrescimento del livello di consapevolezza della rilevanza del settore e del comparto equestre per la composizione dell’economia nazionale, e del ruolo catalizzatore e trainante per la nostra economia, che coinvolge in modo trasversale il turismo, lo sport, l’equitazione, le terapie riabilitative che concorrono significavamente all’accrescimento del Pil. In questo contesto, certamente gravemente interessato dagli effetti negativi della crisi pandemica, appare quanto mai opportuno concentrare la dovuta e necessaria attenzione alle esigenze organizzative e funzionali di questo comparto, anche nell’ottica di una riorganizzazione efficace, efficiente e idonea a sostenere le prospettive di ripresa, crescita e innovazione”.
“L’ippica – sottolineano La Pietra e De Carlo – non riveste una rilevanza strettamente ascritta al comparto agricolo o zootecnico, ma rileva anche la questione sociale ad essa connessa, dato il coinvolgimento di una vastissima platea di soggetti e operatori, dagli allevatori, proprietari, allenatori, driver/fantini, con una forte rilevanza in termini economici e produttivi e con un significativo impatto sul Made in Italy”.
“Da anni – concludono La Pietra e De Carlo – il settore vive una profonda crisi creata dalle varie riforme che ci sono state sia organizzative che sul piano fiscale. Dal 1999, quando fu deciso di accorpare sotto il controllo dello Stato tutto il sistema dei giochi con la creazione dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, l’intera rete di raccolta delle scommesse delle agenzie ippiche si è trasformata in quanto di fatto si è occupata di gestire altri tipi di giochi e scommesse, di fatto snaturandone l’azione e questo ha determinato una drastica diminuzione delle risorse al settore. Ha questo poi si aggiunge la riforma organizzativa con la trasformazione dell’UNIRE nell’agenzia per lo Sviluppo del Settore Ippico (ASSI) a sua volta soppressa dopo poco più di un anno, facendo confluire le competenze al Ministero delle Politiche Agricole e le competenze economiche al Ministero dell’Economia e finanze. Tutto questo ha di fatto messo in ginocchio il settore, senza poi contare l’avvento del covid che ha dato il colpo di grazia. Ma nonostante questo riteniamo il settore ancora vivo e vitale e con grandi potenzialità di sviluppo, ma per questo occorre mettere mano immediatamente ad una riforma strutturale che dia autonomia gestionale e finanziaria al settore. Il nostro DDL va in questa direzione ed è un testo che mettiamo a disposizione di tutto il mondo ippico per essere discusso e migliorato con l’unico obiettivo di tutelare e supportare questo settore che rappresenta un’eccellenza italiana, invidiata in tutto il mondo”.