Giorgia Meloni in un’intervista a Libero annuncia che nei prossimi giorni Fratelli d’Italia depositerà a Montecitorio una proposta di legge contro «l’integralismo islamico» alla quale seguirà una «raccolta di firme per chiedere alla Camera di calendarizzare a settembre il dispositivo e approvarlo senza perdere tempo».
Con questa proposta «Chiediamo che si punisca con una pena che va dai 4 ai 6 anni chi promuove consenso o sostegno rispetto ad atti che possono mettere a rischio la pubblica incolumità. Deve essere chiaro che è vietato favorire, in qualsiasi forma, azioni che possano mettere in pericolo la sicurezza: non si può banalmente sostenere che è giusto uccidere gli infedeli e chi lo fa va in paradiso. Poi puniremo con pene da 3 a 5 anni chi finanzia l’apertura di questi luoghi, dove si giustificano atti terroristi, si crea quell’humus dove sono cresciuti i jihadisti. Bisogna vietare che Stati apertamente fondamentalisti siano finanziatori di moschee o, peggio, moschee abusive. Se è successo anche questo? Beh l’ambasciatore d’Arabia Saudita siede nel consiglio di amministrazione della moschea di Roma».
L’Ue calcola che sono almeno 5000 gli europei diventati fondamentalisti in Continente, poi partiti per combattere e organizzare attentati «e questo è un dato sconvolgente. E l’ultimo attentato di Dacca in Bangladesh dimostra che non c’entrano origini, povertà, ignoranza. E’ giusto che il Parlamento europeo intervenga su scala continentale, visto che grazie ai Trattati di Schengen e alla libera circolazione, i terroristi si possono muovere liberamente tra gli Stati e servirà un un grande coordinamento. E devo occuparsi anche di Internet come mi pare stia cominciando a fare con la relazione della tedesca Monika Hohlmeier, del Ppe, la Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari intemi dell’europarlamento».
«Ciascuno ha il diritto di professare la sua religione e, infatti, lo Stato garantisce a tutti di farlo, senza discriminare i musulmani. Non di FdI poi siamo contrarissimi ad ogni ipotesi di reato di opinione e per questo avevamo già presentato una proposta che per garantire libertà di culto e allo stesso tempo sicurezza e che prevede cose semplici, di buonsenso: si chiudano le moschee fai-da-te, che si preghi in italiano, che ci sia un albo degli imam. A Roma ad esempio ci sono 14 moschee legali, in pratica una per ogni Municipio. Se ne aprono altre è per sfuggire ai controlli o per fare altro».