“Non avrei personalmente forti obiezioni se si volesse introdurre ciò che già anni fa sostenni (senza fortuna) in Alleanza Nazionale e cioè: se un bimbo nasce in Italia da genitori stranieri ma entrambi immigrati e quì residenti regolarmente da qualche tempo, ha diritto ad essere naturalizzato italiano dopo un ciclo scolastico (scuole elementari). Ma questo, forse ragionevole proposito, è risultato solo un chiavistello propagandistico per introdurre tutta una serie di diverse modalità (madri appena sbarcate, minorenni o presunti tali nati all’estero, retroattività per i maggiorenni etc.) che finiscono per regalare la cittadinanza a stranieri di ogni età purché in possesso di un pezzo di carta, spesso facilmente falsificabile, che faccia figurare la semplice frequentazione (neanche il superamento) di un qualsivoglia corso parascolastico non statale di tipo cosiddetto professionale, dalla durata di soli tre anni. Addirittura anche se frequentato (chissà se vero) molti anni prima. In pratica, una legge per fare da un lato un potente ‘tam tam’ affinché l’Italia sia la sala-parto dell’Africa (puerpere clandestine di tutto il mondo unitevi e venite a partorire in Italia) e ,dall’altro lato, una promessa agli stranieri di ogni cultura e religione, di ottenere senza sforzo il diritto di cittadinanza italiana ad ogni età. Magari per attentare alla nostra civiltà o farci imporre le loro usanze. Da parte nostra, faremo battaglia strenua fino al referendum abrogativo preannunciato da Giorgia Meloni. Perchè una cosa è l’accoglienza, ben altro è la condivisione di uno status, quello di italiano, che non può essere “regalato” per convenienze politiche.
Lo dichiara Ignazio La Russa, deputato di Fratelli d’Italia.