L’intervento integrale alla Camera dei deputati del presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, dopo l’informativa del presidente del Consiglio Conte sull’emergenza coronavirus.
Presidente Conte, io penso che lei sia perfettamente consapevole di quanto siano sbagliate le parole che in quest’Aula sono state pronunciate dal collega del Movimento 5 Stelle. Però sono altrettanto convinta che lei non si alzerà in quest’Aula per prendere le distanze, come correttamente ha chiesto la collega Gelmini.
Perché vede, Presidente Conte, il Movimento 5 Stelle è il partito di maggioranza relativa della sua maggioranza: è il suo partito. Il collega Ricciardi non avrebbe fatto quell’intervento, se quell’intervento, con quei toni, non fosse stato concordato anche con lei.
Questa è la strategia che state portando avanti dall’inizio dell’emergenza Coronavirus: lei che vola alto, che fa gli appelli all’opposizione; il collega Di Maio – sì, ma faccia tutti i gesti che vuole – che scrive i post chiamando al dialogo, e il partito che rappresentate che viene utilizzato per provocare ed insultare dalla mattina alla sera, per impedire un dialogo costruttivo. Perché? Non riuscite a mettere d’accordo la vostra maggioranza: se avete il problema anche di parlare con l’opposizione, davvero non potete arrivare da nessuna parte, quindi è una strategia. Ma lei può smentirmi, Presidente: invece di fare i gesti, può smentirmi prendendo in quest’Aula la parola per prendere le distanze dal collega del Movimento 5 Stelle e dalle parole irrispettose che ha avuto nei confronti delle vittime, dei medici e di tutti coloro che in queste settimane hanno sacrificato qualcosa. Temo non accadrà.
Vede, Presidente Conte, questa scena l’ho già vista. Noi ci siamo già incontrati varie volte, l’ultima volta che ci siamo incontrati le abbiamo chiesto rispetto per quest’Aula e per gli italiani; le abbiamo fatto notare che un Governo serio prima scrive i decreti e poi li presenta in conferenza stampa. Speravamo di averla convinta; lei è andato in televisione a dire che lei viene in Parlamento e ascolta. Pensate, colleghi, ha detto che ascolta tutti gli interventi: grazie!
Pensavamo che, visto che aveva ascoltato tutti gli interventi, magari l’avessimo convinta. Invece no: è accaduta esattamente la stessa cosa dell’ultima volta. Lei è andato in televisione a presentare il suo decreto, il mitologico “decreto rilancio”, che fu decreto “maggio”, fu decreto “aprile”: ha più titoli della contessa Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare, di fantozziana memoria. Ha presentato il suo bel decreto, con una bella pantomima. Bella la coreografia: metà ministri con la mascherina e l’altra metà senza, tanto per dare messaggi chiari agli italiani; bello il colpo di teatro della serata, col Ministro Bellanova che si commuove per essere riuscita nell’impresa – effettivamente straordinaria – di occuparsi di tutti meno che dagli italiani; insomma, bello tutto. Solo che il decreto non c’era: il decreto è uscito dopo una settimana. Che immagine dà di sé l’Italia con questa superficialità? Che immagine dà di sé lo Stato di fronte agli imprenditori, di fronte agli investitori stranieri, di fronte agli osservatori? Ci tenete così tanto alla credibilità internazionale, ma la credibilità quando si lavora così secondo me, Presidente, è nulla.
Come è nulla la credibilità di un decreto che si chiama “rilancio” e consta di 500 pagine. Perché, come lei ha correttamente detto in quest’Aula ma non fa, se si volesse davvero rilanciare l’Italia, Presidente Conte, la prima cosa da fare sarebbe semplificare: 500 pagine di cavilli, di rimandi alle norme, di nuovi impegni non sono un modo per rilanciare l’Italia.
Cos’è, avete fatto scrivere una pagina a tutti i membri delle vostre task force per non mortificare nessuno, una pagina per uno? A 500 pagine ci siamo arrivati così. Servono 269 articoli per far arrivare i soldi alle famiglie e alle imprese di questa Nazione, Presidente? Non servono 269 articoli: i 269 articoli sono e servono per infilarci anche la spartizione del potere, le prebende, le marchette e tutto quello che avete messo in questo decreto, che nulla aveva a che fare con la situazione nella quale ci troviamo. Perché vede, Presidente Conte, io glielo voglio chiedere da madre di famiglia, perché lei sta spendendo 55 miliardi che sono debito che grava sulle spalle dei cittadini, e i cui interessi pagheranno i nostri figli, anche la mia.
Le sembra questo il momento per spendere e stanziare quasi 2 milioni e mezzo di euro per altre consulenze del Ministero dello Sviluppo economico? Lei sa, Presidente Conte, quante attività si possono salvare con 2 milioni e mezzo di euro? Glielo dico io: molte più di quelle che salverete con i vostri consulenti! È ignobile mettere una norma del genere in un decreto siffatto!
Com’era ignobile prevedere all’interno dello stesso decreto la moltiplicazione delle poltrone del consiglio di amministrazione dell’ente di promozione del turismo, che avete dovuto togliere grazie alla denuncia di Fratelli d’Italia, perché probabilmente qualcuno dall’alto vi avrà fatto notare che mancavano i requisiti di necessità e urgenza per moltiplicare le poltrone di ENIT in un momento come questo. Però mi corre l’obbligo di ricordare a quel qualcuno che i requisiti di necessità e urgenza, in teoria, mancherebbero anche per togliere il rappresentante delle categorie e consentire comunque alla maggioranza di mettere le mani sopra il consiglio di amministrazione di ENIT.
Vede, la politica dei bonus secondo me non è meno grave. Noi stiamo rischiando, in Italia, la desertificazione del nostro sistema produttivo: milioni di disoccupati, milioni di persone che scivolano sotto la soglia della povertà lo sappiamo tutti, tutti conosciamo la realtà. Davvero questo problema si affronta col bonus monopattino? 120 milioni di euro sul bonus monopattino. Sul bando della Protezione civile, per le imprese che devono comprare le mascherine e le protezioni individuali, c’erano 50 milioni di euro: sono finiti in 6 secondi. Sul fondo per la disabilità, lo ha detto lei, avete messo 50 milioni di euro. Sulle scuole paritarie, che sono una realtà fondamentale per centinaia di migliaia di famiglie, 150 milioni di euro: considerate il monopattino più importante dei disabili, Presidente Conte. Dice, ma il bonus monopattino serve, perché altrimenti congestioniamo i mezzi pubblici e quindi per decongestionare noi facciamo comprare il monopattino, così la gente va a lavorare con il monopattino. Ma la smettete di parlare solamente con gente che vive a via Condotti e lavora a piazza di Spagna? Andatelo a spiegare ai pendolari, che devono andare a lavorare con il monopattino; andatelo a spiegare agli 800.000 romani che vivono fuori dal raccordo anulare, ai milioni di milanesi che vivono nell’hinterland, di andare a lavorare col monopattino! O lei il bonus lo vuole dare a quelli che abitano a via Condotti? Perché, davvero, io non riesco a capire: è tutto surreale, sono scelte surreali, Presidente Conte.
È surreale anche come avete affrontato il tema del turismo, anche questo va detto. Mi dispiace, ma io dubito che le persone sceglieranno di andare in vacanza perché fate uno sconto di 150 euro, per cui noi stiamo spendendo miliardi per fare – per carità – uno sconto a chi già va in vacanza, ma spendiamo miliardi per non prevedere un turista in più, e lo facciamo, oltretutto, gravando sulle aziende, perché gli albergatori saranno costretti a fare uno sconto, che voi gli avete imposto di fare, per poi venire da voi col piattino in mano a chiedere se possono riaverlo indietro. E così volete rilanciare il turismo? Perché io non penso che il turismo si rilanci così, Presidente Conte, lo dico sinceramente. Siete fissati con i crediti di imposta, ma il credito d’imposta, perché io possa avvalermi del credito, devo avere un’imposta e l’imposta si applica su un fatturato. Se io prevedo un credito d’imposta per realtà, per imprese che probabilmente potrebbero fatturare “zero” nel 2020, io sto facendo il gioco delle tre carte, sono risorse che non arriveranno. O forse dobbiamo pensare che il gioco è proprio questo: spendo i soldi, ma faccio in modo che non arrivino?
Una buona notizia c’è. C’è effettivamente un settore che viene rilanciato con questo decreto e segnatamente con la sanatoria degli immigrati clandestini, che la prego, Presidente Conte, chiami con il suo nome, perché quella non è emersione di lavoro sommerso, quella è una sanatoria indiscriminata per tutti i clandestini che ci sono in Italia. Sa che cosa considero più vergognoso della sanatoria? Non avere il coraggio di difenderla: chiami le cose con il loro nome, non se ne vergogni, perché se lei se ne vergogna, vuol dire che è consapevole del fatto che quella norma è una norma sbagliata.
C’è un settore che rilanciate. Quello agricolo? No, di quello non vi è interessato niente, avete bocciato tutte le proposte che abbiamo fatto, come il voucher e i corridoi verdi. Il settore che voi rilanciate grandemente è quello degli scafisti, della tratta del terzo millennio, che grazie a voi e a questo provvedimento da domani ricomincerà a fare più soldi di ieri. Quello è il settore che sta rilanciando ed è l’unico, mi dispiace. E questo, in effetti, va venire da piangere anche a me e forse anche a qualcuno di ciò che rimane autentico del Movimento 5 Stelle, perché aver dovuto mollare anche su questo in cambio del sostegno renziano al “sommo scarceratore di boss” Alfonso Bonafede non deve essere stato facile per voi.
Noi pensiamo, Presidente, che servisse a tutt’altro: un decreto snello, che togliesse burocrazia spesa pubblica inutile, che facesse arrivare le risorse alle famiglie, che sostenesse il tessuto produttivo con risorse a fondo perduto, che tagliasse le tasse. Non c’era tutto questo e le sue conferenze stampa sono purtroppo distanti anni luce dalla realtà: ha detto che sono state pagate l’80 per cento delle casse integrazioni, omettendo di dire che sono state pagate dai datori di lavoro, perché voi dovete ancora pagare 2 milioni e 600.000 cassa integrazioni. “Abbiamo pagato l’80 per cento del bonus per gli autonomi”, ha detto, come se non ci fosse ancora un milione di persone che stanno aspettando e omettendo di dire che è il bonus di marzo: questo significa che in 70 giorni, a queste persone, avete dato 600 euro, cioè 8 euro al giorno. Su una cosa sola, alle sue parole corrispondono i fatti: quando ho detto che col decreto cosiddetto “liquidità” ci sarebbe stata una potenza di fuoco mai vista. Infatti non l’ha vista nessuno, su quello aveva ragione.
Concludo: io non so se vi rendiate conto della rabbia che cresce tra i cittadini. So però che la gente non si aspetta che lei vada in televisione a dire: “Abbiamo, spenderemo, faremo, diremo…”. La crisi è adesso e lei ha avuto tutti gli strumenti per affrontarla: una libertà mai vista prima e risorse mai viste prima, non trovate da lei, concesse dal Parlamento, che le ha messe a disposizione.
Ci aspettiamo non che ci dica che ha quei soldi, quando va in televisione, ma che ci dica che arriveranno agli italiani, che li spenderà con serietà e con responsabilità. Se le interessano le nostre proposte, Presidente, ci sono oggi come c’erano ieri, ci sono oggi come c’erano ieri e lei sa, se è intellettualmente onesto, se le proposte che abbiamo fatto fin qui erano o non erano serie. Ma il fatto che abbiamo risposte da mettere in campo, non vuol dire che rinunceremo a fare le domande. Quando le cose non funzionano, noi lo diremo, in questo palazzo, nelle strade e nelle piazze, staremo in mezzo alla gente e costringeremo anche voi a scendere da quel piedistallo, a misurarvi con la realtà dei fatti e ad ascoltare la voce degli italiani.