Gli anni continuano a passare, e ora sono 42 dall’orrendo rogo di Primavalle. Orrendo perché bruciò un ragazzo e un bambino colpevoli solo di essere figli di un segretario di sezione del Msi a Primavalle.
Fu una strage. Una strage della giustizia italiana che si piegò alle false ricostruzioni del pensiero dominante della sinistra di allora.
Il terrorismo brigatista e di potere operaio si addestrava sui nostri militanti. Erano carne da macello. A Primavalle, come al Prenestino, a Ostia come ad Acca Larentia in un crescendo di omicidi e massacri.
Poi un barlume di giustizia e di umanità. Il sindaco Veltroni che riconosce la tragedia facendola diventare di tutta la comunità cittadina e la magistratura che revisiona il processo, nel 2005, riconoscendo il delitto di strage dopo le interviste deliranti degli assassini che pensavano di essere in salvo.
Ma ancora, 42 anni dopo, non vi è una sentenza definitiva e quella strage feroce e ingiustificabile pesa sulle ipocrite coscienze della sinistra italiana. Il tempo passa, ma il ricordo non perdona.