…PRESENTATA PROPOSTA DI LEGGE. “Abbiamo presentato la proposta di legge che vieta alle cooperative di finanziare i partiti. Coloro i quali possono beneficiare di affidamenti diretti senza gara pubblica per importi fino a 200 mila euro non devono entrare nel gioco politico perché sono destinati a subire il condizionamento di chi esercita questa facoltà o viceversa a esercitare un condizionamento”. E’ quanto ha dichiarato il capogruppo di Fratelli d’Italia- Alleanza nazionale Fabio Rampelli, primo firmatario della proposta di legge. .
“Il sempre maggior ricorso all’esternalizzazione dei servizi – ha osservato Rampelli – da parte degli enti locali rende opportuno e necessario che siano impediti abusi di qualunque tipo, perché questi oltre ad incidere negativamente sulla qualità dei servizi erogati gettano discredito sulle amministrazioni e minano la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. Bisogna perciò garantire che tutte le procedure di assegnazione avvengano in una condizione di piena trasparenza e in una cornice di completa legalità”.
“Questa proposta di legge – ha aggiunto Rampelli – vuole impedire che le cooperative sociali, e quei consorzi che sono costituiti come società cooperative aventi la base sociale formata in misura non inferiore al settanta per cento da cooperative sociali, possano erogare finanziamenti a qualunque titolo in favore di partiti politici”.
“Nella prossima capigruppo – ha concluso – chiederò che venga immediatamente incardinata nelle commissioni di competenza affinché si proceda a un rapido esame in aula e alla sua approvazione. L’obiettivo è dare un segnale di trasparenza e di legalità agli italiani e in particolare ai romani”.
Stralcio della relazione alla Pdl
L’ennesimo scandalo che ha travolto il delicato rapporto tra pubbliche amministrazioni e la gestione dei servizi cui esse sono preposte, noto alle cronache con il nome di mafia capitale – si legge nella relazione- ha rivelato un sistema clientelare nell’assegnazione degli stessi servizi. In particolare, tale sistema sarebbe stato attivo con riferimento alla distribuzione degli appalti e dei connessi finanziamenti per la gestione delle strutture destinate all’accoglienza degli immigrati e dei nomadi, e avrebbe permesso l’aggiudicazione sempre in capo alle stesse cooperative grazie all’intermediazione di determinati soggetti della pubblica amministrazione”.
La spartizione dei fondi per le politiche sociali era basata sulla collusione tra alcune cooperative e uomini delle istituzioni, finalizzata a fare arrivare soldi pubblici ai gestori amici che si dividevano il mercato, con modalità tali da escludere ogni altro potenziale competitor. Favori che ovviamente erano ricambiati e incentivati attraverso flussi di denaro che finanziavano feste di partito, cene elettorali, comitati e ad altro titolo alcuni partiti politici.
Da quanto emerso dall’inchiesta di Roma, che ha tuttavia rivelato una rete estesa anche in altre Regioni d’Italia, un ruolo primario in questa gestione del malaffare era giocato da una rete di cooperative sociali che negli anni era arrivato a gestire decine di strutture tra campi nomadi, centri di accoglienza per immigrati, profughi, richiedenti asilo, minori stranieri, persone senza fissa dimora, persone sfrattate e financo madri single, con un bilancio pari ad alcune decine di milioni di euro.
Ai sensi di legge le cooperative sociali, come anche i consorzi che le raccolgono, alle quali gli enti pubblici esternalizzano quote crescenti di servizi sociali, dovrebbero svolgere una funzione sociale «avente carattere di mutualità e senza finalità di speculazione privata».
Nel caso scoppiato con gli scandali di mafia capitale, la collusione delle forze politiche risulta evidente soprattutto dalla lettura del rapporto redatto dai due ispettori della Ragioneria generale dello Stato incaricati di valutare le condizioni economiche del Comune di Roma. In esso, infatti, si legge di «aperte violazioni di legge», riferendosi in particolare alle normative sulle gare pubbliche che ne prevedono l’obbligatorietà in caso di superamento di un determinato importo oggetto della convenzione.
Testo della Pdl
PROPOSTA DI LEGGE
Modifiche alla legge 2 maggio 1974, n. 195,
in materia di finanziamento dei partiti politici
Articolo 1
All’articolo 7 della legge 2 maggio 1974, n. 195, come modificato dalla legge 6 luglio 2012, n. 96, al primo comma, dopo le parole «natura privatistica» sono aggiunte le parole «da parte di cooperative sociali e consorzi come definiti dalla legge 8 novembre 1991, n. 381».