“Siamo convinti che le operazioni delle organizzazioni internazionali possano essere portate avanti dall’Italia, ma rivendichiamo una coerenza di impostazione rispetto ad una voce troppo a lungo solitaria di Fratelli d’Italia: una voce che chiedeva che il nostro Paese facesse sentire il suo peso in relazione ai due fucilieri della Marina Militari trattenuti in India, uno dei quali rimpatriato per motivi di salute.”
A dichiararlo è il deputato Massimo Corsaro, di Fratelli di’Italia, durante la discussione della proroga della partecipazione italiana alle missioni internazionali. “Abbiamo più volte ribadito la nostra volontà che la partecipazione dell’Italia alle missioni, con dispendio economico, di energie e di vite umane, fosse condizionata al fatto che le organizzazioni internazionali in cui l’Italia è coinvolta sentissero doveroso intervenire insieme all’Italia stessa nei confronti dell’India per una vicenda avvenuta in acque internazionali”, afferma Corsaro. “Abbiamo quindi valutato con favore parziale il fatto che sia stato introdotto un sistema di valutazione della partecipazioni internazionali in relazione allo sviluppo della vicenda dei due fucilieri”. “In questo testo ci sono infatti due errori”, spiega Corsaro: “Il primo, il fatto che ‘sarà valutata’ la partecipazione: ma se decidiamo che la finalità è riportare a casa i Marò, allora dobbiamo dire che o le organizzazioni internazionali si occupano di ottenere effettivamente questo obiettivo oppure devono dimenticare la partecipazione italiana alle missioni. Il secondo è che questo elemento di condizione è circoscritto alle missioni ex art. 3, ovvero quelle in territorio africano, mentre deve essere esteso alle missioni in qualsiasi altro territorio. In questo modo, invece, il ‘sistema di valutazione’ finisce per essere solo un’enorme bandiera per far finta di fare qualcosa per i Marò accettando, in realtà, di fare lo zerbino del mondo. La realtà – conclude l’esponente di FDI – è che anche questo governo, come i due che lo hanno preceduto, sta accettando di partecipare a missioni di organizzazioni internazionali indipendentemente dalla soluzione del problema dei Marò.”