“I grandi elettori del presidente Mattarella che ieri si sono sperticati negli applausi, rischiando di ridicolizzare il proprio ruolo, non si sono resi conto di quanta durezza ci fosse nelle sue parole. Sulla centralità del Parlamento, sul centralismo decisionale del Governo, sulla malagiustizia e ‘malamagistratura’ (perché i moniti del presidente erano rivolti all’una e all’altra), sulla partecipazione democratica, sulle riforme indispensabili, sul precariato, sui trafficanti di uomini, la maggioranza parlamentare sembrava applaudire ai fallimenti del proprio governo.
Ora chiedono una sessione parlamentare su agenda Mattarella, invece di sorvolare per evitare che venga rimarcata l’anomala circostanza di due presidenti con mansioni che si accavallano… Così come ci sono due Papi in Vaticano, Draghi e Mattarella, nel suo discorso d’insediamento, hanno sovrapposto i propri poteri. Si lavori piuttosto per associare alle elezioni politiche quelle per istituire un’assemblea costituente per le riforme, tra le quali la più importante è l’elezione diretta del Capo dello Stato o del governo con i conseguenti aggiustamenti. Mentre da qui all’estate si deve porre fine al monocameralismo di fatto, altro che applausi, riformando i regolamenti parlamentari e impedendo al Governo di fare decreti legge a vanvera. Meno applausi, meno fuffa assemblearista e più fatti”. E’ quanto ha scritto il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia sulla sua bacheca Facebook.