La leader di Fdi alla vigilia della «sua» manifestazione: «Vogliamo andare oltre una riedizione di An. Spazio per chiunque ha il coraggio di non allinearsi». Le primarie: «Stavolta vanno fatte Le candidature di Rotondi e Tosi sono incoraggianti». L’intervista di Carlantonio Solimene. «Atreju rappresenterà uno snodo cruciale per la destra italiana. Si è discusso molto di un eventuale rassemblement, ma noi pensiamo a qualcosa di diverso da una riedizione di An. Vogliamo raccogliere intorno a noi tutti quelli che hanno avuto il coraggio di non allinearsi, di criticare, di seguire un’idea a costo di rinunciare a una poltrona».
Giorgia Meloni è indaffaratissima. Mentre i volontari sono impegnati, nonostante la pioggia, a sistemare gli ultimi stand al Parco del Celio di Roma, lei passa da un telefono all’altro per assicurarsi che la 15ª edizione della manifestazione di cui da anni è l’indiscussa animatrice parta senza intoppi.
Onorevole Meloni, la partecipazione politica è in crisi. Hanno ancora senso le feste di partito? «Atreju non è una festa di partito. È un contenitore che rompe gli schemi, senza faziosità e pregiudizi. Una manifestazione pensata e costruita da ragazzi che sono riusciti a conservare quell’entusiasmo che la politica tradizionale, persa nei tatticismi, ha perso».
Qual è la novità più interessante di questa edizione? «Senza dubbio i “processi”. Su argomenti molto attuali come Europa, giustizia o famiglia ci saranno esponenti di politica, società e giornalismo a interpretare i ruoli di accusa e difesa e il pubblico a fare da giuria».
Perché «La Terza Guerra»? «Accenderemo i riflettori sul nuovo scontro mondiale, quello tra grande finanza e popoli. Stavolta in campo non ci sono più le divise militari, ma quelle monetarie. Ma alla fine le spese le pagano sempre i popoli».
Sembra di sentire un grillino… «Noi non abbiamo nessuna preclusione, ma in realtà sono loro, probabilmente, ad aver attinto dalle nostre elaborazioni su questi temi. Siamo sempre stati bravi a precorrere i tempi. Persino i no global arrivarono molto in ritardo rispetto a noi, che di certi temi parlavamo già alla fine degli anni ’90».
È previsto anche un dibattito con Ignazio Marino e Giovanni Malagò. Si parlerà dei Giochi 2024 a Roma? «Il tema dell’incontro è un altro, ma apriremo una finestra sulle Olimpiadi. Sono un’occasione da non perdere, stavolta va evitato il tafazzismo stile Monti».
Atreju sarà l’occasione per un bilancio dei primi mesi di Fratelli d’Italia? «Senza dubbio. Per ora parliamo di un’esperienza straordinaria. Siamo nati 40 giorni prima delle Politiche e abbiamo conseguito un risultato importante, alle Comunali di Roma siamo arrivati fino al 6%. Abbiamo pochi mezzi, ma la gente inizia a conoscerci».
Il voto sembra vicino. Ci sarà il rassemblement della destra? «Fratelli D’Italia è già pronta. Poi speriamo che intorno a noi si crei un’aggregazione il più ampia possibile».
Crede ancora nelle primarie del centrodestra? «Certo. E i passi in avanti fatti da esponenti come Tosi per la Lega e Rotondi per il Pdl mi fanno pensare che dovunque si stia diffondendo questa consapevolezza».
Giorgia Meloni si candiderà? «Di certo ci sarà un candidato di Fratelli d’Italia».