Il presidente: «FdI non va al governo con chi svende i porti pugliesi alla Cina, regala gli asset strategici a Francia e Germania e spende 400 mila euro per un padiglione vaccinale con sopra una primula»
L’intervista di Carmelo Lopapa
Il presidente Fico sta esplorando. Giorgia Meloni come giudica la scelta dell’incarico alla terza carica dello Stato? «Mi pare che si sia trattato di una scelta politica, da parte del capo dello Stato, che ha un ampio ventaglio di possibilità, incluso lo scioglimento delle Camere previsto dall’articolo 88 della Costituzione».
Quello che la delegazione di centrodestra ha caldeggiato. «Questo Parlamento non ha i numeri per una soluzione efficace, come dimostra la storia dell’ultimo anno. E se si farà un governo sarà perfino più debole di quelli passati, indipendentemente da chi esplori. Noi avevamo fatto il nome della seconda carica dello Stato, la presidente del Senato».
La presidente Casellati non sarebbe stata una scelta funzionale al tentativo di ricomporre la maggioranza. Non crede? «Se quello è l’obiettivo, rimettere insieme Renzi, il Pd, M5s e Leu, allora le do ragione. Ecco perché è stata una scelta politica».
E se finisse così? Col Conte ter? Voi restate alla finestra. «Gli italiani restano alla finestra, attoniti: rifare lo stesso governo dopo aver perso due mesi in liti, trattative, compravendite. Un bieco gioco di palazzo e di poltrone. Poi mi pare che i tempi siano sempre più lunghi e l’Italia non se lo può permettere».
Le sembrano lunghi? «Beh, Renzi la crisi l’ha aperta un mese fa. Addirittura da dicembre già minacciava. Dico sommessamente che in due mesi avremmo già votato e avremmo avuto un governo stabile e serio per cinque anni. Ora francamente, i quattro giorni che si è concesso il presidente Fico per consultare quattro partiti di maggioranza sono un po’ tanti, soprattutto se commisurati all’emergenza che stiamo affrontando. E alle due settimane che ha impiegato Conte nel vano tentativo di riconquistare una maggioranza con la compravendita di senatori».
Compravendita non sarà tanto? «Lo vogliamo chiamare mercato delle vacche? E l’utilizzo degli uffici di Palazzo Chigi con questo obiettivo è stato scandaloso. Un tema che abbiamo posto nei colloqui istituzionali di questi giorni. Comunque è una crisi infinita e gli italiani sono già esausti».
L’unica certezza al momento è che non si andrà al voto. «Non mi pare, dai nostri colloqui, che il presidente Mattarella abbia escluso il voto».
Però nel vostro messaggio, quello letto a fine incontro da Salvini, prendete in considerazione il fatto che si possa andare avanti anche con un altro governo. Ed è sembrata un’apertura al governo istituzionale. «Quella frase ha avuto varie interpretazioni. Personalmente la considero una questione di necessario garbo istituzionale: ovviamente, per rispetto al capo dello Stato, le sue soluzioni andranno vagliate. Ma non esiste alcuna apertura a ipotesi istituzionali o come le si voglia chiamare. Sicuramente non da parte di Fratelli d’Italia».
Per lei continua a esistere solo il voto e nient’altro? «È la soluzione più responsabile. E non lo chiediamo perché i sondaggi ci danno al 17 per cento, come dicono alcuni. Lo chiedevamo anche quando FdI era stimato al 3 per cento. C’è qualcuno che non piega le sue rivendicazioni al tornaconto personale. Ma poi, chiedo: quale dovrebbe essere la politica migratoria o quale rapporto dovrebbe avere con l’Europa un governo con tutti dentro? Siamo seri».
Ma lei non teme di restare isolata a destra, se anche la Lega dovesse starci? «Sono altre le cose che mi preoccupano nella vita. Mi sono sempre assunta la responsabilità delle mie scelte. Anche per questo gli italiani ci premiano, non cambiamo idea dal giorno alla notte. Qualcuno nella compravendita di senatori ha avuto l’ardire di avvicinare eletti di FdI: è stato cacciato. E tutto il centrodestra è rimasto compatto».
A dire il vero, Berlusconi invoca il governo di salvezza nazionale. I suoi si spingono anche oltre. Si fida di lui? «Per me fa sempre testo quello che dice Berlusconi. E lui dice che è meglio prendersi due mesi per votare piuttosto che bloccare l’Italia per altri due anni. Non ho motivo per non fidarmi di lui».
Mara Carfagna vi invita a rinunciare all’Aventino e a sostenere un governo Draghi. «Io non sono mai stata aventiniana nella mia vita. Io sto in Parlamento, difendo in quella sede le soluzioni che ritengo giuste. Ho votato il taglio dei parlamentari, gli scostamenti e i provvedimenti necessari. E ho dichiarato che dall’opposizione non farei mancare il voto di FdI per i provvedimenti che servono agli italiani in tempo di Covid. Questo racconto secondo cui per essere protagonisti in politica bisogna fare gli inciuci, non lo condivido».