“Il blocco navale rappresenta un’opzione non più rinviabile anche perchè è la stessa Europa che lo vuole. Il Consiglio Europeo del giugno 2017 si concluse con l’ipotesi di attuare un blocco navale nelle acque libiche per fermare i flussi migratori sulla rotta del Mediterraneo centrale. L’Italia, allora, non colse questa opportunità e ad oggi il governo Lega-M5S, che si dipinge sovranista, fa molto meno rispetto alla cancelliera Merkel, visto che all’inizio di questo mese il Parlamento tedesco ha approvato il “Migration-paket”. Un provvedimento che prevede la detenzione per un massimo di 18 mesi in centri sorvegliati di chi entra illegalmente in uno Stato membro, per qualsiasi motivo lo faccia, anche se richiedente asilo, e l’immediata espulsione di chi non ha diritto ad essere accolto”. A dirlo il senatore di Fratelli d’Italia, Adolfo Urso, vicepresidente del Copasir nel corso del convegno organizzato da Lettera22 “La guerra civile in Libia, il blocco navale e la difesa dei confini di fronte al pericolo di una ripresa degli sbarchi”.
“In questo senso il decreto Sicurezza bis è stata un’occasione persa visto che su questo non c’è alcun riferimento. Fratelli d’Italia già in occasione del primo decreto criticò il limite dei 180 giorni per trattenere i migranti come un periodo insufficiente. Questo provvedimento poteva essere l’occasione per fare di più e creare quei Centri di sorveglianza che già esistono in Germania e che sono fondamentali per organizzare i rimpatri con i voli charter. Fratelli d’Italia ribadisce, perciò, la sua posizione: chi entra illegalmente va considerato clandestino fino a prova contraria, e va trattenuto come accade in Germania fino a 18 mesi, per avere il tempo necessario per valutare l’ipotesi di riconoscere al migrante lo status di rifugiato, oppure di rimpatriarlo” conclude il senatore Urso.