Reputo doverose ed urgenti delle riflessioni in merito, in quanto è mia ferma convinzione che il provvedimento di depenalizzazione dei “ reati minori” non rappresenti un passo avanti per la giustizia in Italia. Ritengo, al contrario, che il Decreto 28/15 in vigore da oggi rappresenti una sorta di “amnistia preventiva” nei confronti di numerosi reati, giacché lo Stato rinuncia a perseguirli a priori. Il diritto penale non può essere asservito ad esigenze di snellimento della giustizia penale adottando misure la cui logica i cittadini potrebbero difficilmente comprendere. Un conto è la semplificazione della gestione delle vicende penali, un altro è lasciare impuniti crimini che possono destare allarme sociale. Un omicidio colposo, un furto, le percosse, il maltrattamento di un animale, la truffa, gli atti osceni, o una omissione di soccorso da oggi non sono più oggetto di condanna penale. Molti di questi reati influiscono notevolmente sulla vita quotidiana della comunità e la loro non punibilità costringerà ad una diversa percezione della sicurezza tanto la società tanto chi è portato a commettere tali reati, che avrà la consapevolezza della non punibilità. Dirigendo un Dipartimento che si occupa di tutela dei diritti delle Vittime sono fermamente convinta che il carico giudiziario non si possa alleggerire in questo modo, ma potenziando i tribunali, le strutture di detenzione e garantendo, semmai, la certezza della pena senza mai violare i diritti dei cittadini che subiscono i reati. Sicurezza, legalità e certezza della pena in primis dovrebbero essere le caratteristiche a favore del buon funzionamento dell’apparato della Giustizia. Non considero il provvedimento in questione tra quelli della strategia legislativa deflattiva. Lo reputo un passo indietro, una sconfitta, una risposta omertosa del sistema Giustizia alle tante istanze di sicurezza che chiedono i cittadini.
Tiziana Montinari – Coordinatore Nazionale Dipartimento Tutela Vittime Fratelli d’Italia-AN