“Sergio Cosmai è per tutti noi un esempio. Oggi celebriamo il valore di un uomo che nella sua attività di direttore di carcere ha messo fine ai privilegi di cui godevano i boss della criminalità locale.
Ha bloccato le loro attività illecite, ne ha indebolito il potere e l’influenza. Cosmai aveva capito che la permeabilità delle strutture carcerarie era un problema. La sua fermezza e la sua volontà di non scendere a compromessi gli sono valse la vita.
Fu un esempio quando disse che avrebbe incontrato una delegazione di detenuti, ma non poteva accettare che il boss Franco Perna gli ordinasse di andare da lui. Sappiamo che l’ordine di ucciderlo uscì dal carcere proprio a seguito di questo episodio.
Ringraziamo Sergio Cosmai per l’esempio di abnegazione e spirito di servizio. Il messaggio che parte da questa commemorazione è che lo Stato non può cedere alle minacce e alle intimidazioni, che vengano da fuori o da dentro il carcere. Oggi che affrontiamo decisioni come la revoca del 41-bis ricordiamoci che certe decisioni non possono essere prese per le pressioni dei detenuti: ricordiamoci di Cosmai.
Da uomo di stato mi inginocchio di fronte a Sergio Cosmai, perché lui non si è inginocchiato di fronte a un mafioso.
Alla vedova Tiziana Palazzo, ai figli e a tutti i famigliari esprimo la vicinanza delle istituzioni e li ringrazio per la compostezza con cui vivono il loro dolore, certo che Cosmai ha avuto il privilegio di avere a fianco una grande donna.”
E’ quanto dichiara il sottosegretario alla giustizia Andrea Delmastro delle Vedove nel corso della cerimonia di commemorazione del dirigente penitenziario Sergio Cosmai, trucidato dalla ‘Ndrangheta il 12 marzo 1985, a Cosenza.