di Barbara Benedettelli
27 giugno 2013
Partiamo da una nuova prospettiva culturale che consideri la pena carceraria solo come un extrema ratio. Ma chiariamo il concetto di extrema ratio, perché sotto i 6 anni di condanna ci sono reati schifosi e vergognosi contro la persona, che in quella extrema ratio ci devono entrare. Nessun reato contro un essere umano può essere considerato minore anche se la condanna, a causa di una legge incapace di dare un prezzo al bene assoluto, è di un anno. Oggi il denaro è al centro del sistema valoriale al punto che puniamo con più severità i reati contro il patrimonio di quelli contro la persona. Con provvedimenti come quello voluto dal Ministro della Giustizia rischiamo di bruciare, in una società in cui l’economia domina sulla morale, il diritto alla vita, il principio di legalità, l’ideale di giustizia. E’ necessario ristabilire un principio giuridico che risponde alla cultura della vita. Bisogna tornare a parlare di certezza della pena, una garanzia di democrazia per gli altri cittadini, che altrimenti piombano nell’incertezza. Che altrimenti rischiano di essere estratti a sorte per essere massacrati con un pugnale, un piccone, due mani, una macchina, una corda, una pistola. Con un ddl o un provvedimento d’impunità cieco e sordo.
Il Ministro Cancellieri ha parlato anche di amnistia, affermando che è l’unico modo per poter ripartire e fare cambiamenti strutturali. Lo disse anche Mastella nel 2006 quando promosse un orrendo indulto, salvo poi pentirsi a causa delle conseguenti violenze verso numerosi cittadini innocenti, che subirono un reato violento da chi era in libertà grazie a quel provvedimento. Un Ministero della Giustizia degno di questo nome dovrebbe raccogliere i dati delle numerose vittime dell’impunità. La giustizia non può voltarsi da una parte soltanto. La situazione delle carceri inoltre dopo l’ultimo provvedimento del 2006 è peggiorata, la capienza da allora a oggi è aumentata. E questo perché i provvedimenti d’impunità dell’ultimo minuto inducono le istituzioni a rimandare la soluzione strutturale, perché c’è sempre qualcosa di “più importante a cui dedicarsi”. Siamo il paese delle emergenze. Il sovraffollamento poi è solo un pretesto, perché risolvibile già da subito in svariati modi che non sto qui ad elencare. Si abbia allora il coraggio di dire la verità, il motivo reale di ddl perdonisti e diseducativi e di prossime inaccettabili amnistie. Amnistie per le quali dovrebbero poter scegliere i cittadini, perché la conseguente violenza che alcuni di essi subiranno non può essere considerata un semplice “effetto collaterale”. Né può essere lasciata alla scelta di novecento persone su sessanta milioni. Né è possibile pensare che chi commette un reato resti completamente impunito, perché amnistia significa anche abolizione del reato. Come non può continuare a restare inascoltato il grido delle vittime dell’ingiustizia umana. Non fate lo Stato il mandante degli omicidi e le violenze prossimi venturi.
Barbara Benedettelli