“Ho fondato Fratelli d’Italia proprio perché sono stufa di giustificare quello che fanno loro”. “Loro” sono gli ex compagni di partito di Giorgia Meloni, fino a un anno e mezzo fa ministro del Pdl. E proprio loro, molto più che Bersani o Monti, sono i bersagli della sua agguerrita campagna elettorale.
Onorevole Meloni, in cosa siete diversi dal Pdl?
Basta guardare le liste: noi abbiamo scelto gente che viene dal territorio, persone con passione politica e competenza.
E loro?
Loro hanno epurato chi viene da An, mortificando un’intera area politica. E per che cosa? Per liberare spazi a new entry di alto lignaggio come Razzi, Scilipoti, Carraro o l’immancabile meteorina?
Perché allora sostenete il Pdl?
Siamo alleati, è diverso. Credo nel bipolarismo e correre da soli vorrebbe dire fare un favore a Monti e alla sinistra.
In più difficilmente raggiungereste il quorum.
Ma Crosetto, La Russa ed io avevamo tutti un posto sicuro con Berlusconi: invece ci siamo messi n gioco. Fratelli d’Italia è nato per fare concorrenza al Pdl.
Riuscireste a essere indipendenti? Siete gli stessi che hanno votato la mozione Ruby sostenendo che fosse la nipote di Mubarak…
Lì la questione era un’altra, e atteneva alla tenuta di un governo. E quindi anche all’interesse degli italiani. Forse però abbiamo sbagliato: avremmo dovuto tornare a votare quando non avevamo più una maggioranza solida.
Cosa pensa della finta pulizia delle liste nel Pdl? Via Cosentino e Dell’Utri e dentro una ventina tra inquisiti, indagati e condannati.
Ripeto: non mi voglio più giustificare per loro, ma noi abbiamo scelto regole ferree per selezionare i nostri candidati: non possono avere neanche una condanna in primo grado. Fosse per me escluderei anche gli indagati, ma a patto che si inserisca la responsabilità civile per i giudici e una legge sul giusto processo.
Sostiene anche lei la linea della persecuzione giudiziaria?
La politica si è potuta nascondere, anche legittimamente, dietro certi comportamenti della magistratura. Per questo non si può accettare che si candidino proprio quei pm che indagavano sui politici.
Anche lei contro Ingroia?
Certe candidature sono la spia di un sistema che non va, compromesso dallo scontro tra politica e magistratura. Ma, ripeto, sono la prima che lascerebbe fuori gli impresentabili.
Però ha fondato un partito con La Russa, che tutti ricordiamo mentre prendeva a calci Corrado Formigli che tentava di intervistarlo.
Almeno ha avuto il coraggio di lasciare la poltrona per portare avanti nuove generazioni. Ma in effetti capita che Ignazio sia sopra le righe.
da Il Fatto Quotidiano di Beatrice Borromeo