Una manifestazione di protesta si è tenuto oggi pomeriggio contro la chiusura dell’ospedale Forlanini. Davanti all’entrata dell’ospedale – in concomitanza con la conferenza stampa del governatore Zingaretti che annunciava il rilancio della struttura – si è svolto un presidio al quale hanno preso parte – tra gli altri – il consigliere regionale del Lazio, Fabrizio Santori, membro della commissione Salute; il capogruppo della Lista Marchini in Campidoglio, Alessandro Onorato; il capogruppo alla Camera di Fdi-An, Fabio Rampelli; il consigliere regionale Fi, Adriano Palozzi; il portavoce Costituente Romana Fdi-An, Andrea De Priamo; il responsabile romano enti locali FdI-An, Federico Rocca; il dirigente dell’associazione Prima l’Italia e membro della direzione Nazionale di Fdi-An, Brian Carelli, e il capogruppo FdI-An del Municipio XI, Valerio Garipoli. Alla protesta, senza bandiere politiche, hanno aderito anche alcune associazione e comitati di quartiere, tra i quali il Coordinamento di Ribellione dei Rioni e Quartieri di Roma, con i portavoce Augusto Caratelli e Maurizio Benedetti. I manifestanti, che hanno sventolato il tricolore, hanno esposto alcuni cartelli contro la chiusura dell’ospedale.
“Sul Forlanini – ha detto Santori – non accettiamo la solita propaganda e vogliamo chiarezza. Mentre oggi saremo al fianco di numerosi cittadini, comitati di quartieri e associazioni sarà la magistratura a verificare la legittimità dell’intera procedura riguardante la gestione dell’ex complesso ospedaliero Carlo Forlanini”. “Sentiamo il solito Zingaretti – aggiunge Adriano Palozzi -decantare in conferenza stampa la riqualificazione della storica struttura capitolina. La speranza che sa di sollecitazione è che il presidente della Regione, a parole così magnificente, sappia tradurre in fatti le intenzioni di restituire alla collettività un patrimonio pubblico realmente efficiente e utile”.
“Il Forlanini – ha affermato Alessandro Onorato, Lista Marchini – è pronto a trasformarsi da ospedale in cittadella dell’illegalità e del degrado. Già oggi, all’interno c’è di tutto: prostituzione, occupazioni abusive, furti e atti di vandalismo. Si chiude una struttura di oltre 125mila metri quadrisenza che il Comune e la Regione abbiano pronto un piano di recupero e riutilizzo dell’area“.