“Quello andato in scena sul ring delle Olimpiadi di Parigi è molto più di un incontro di boxe impari che ha visto comunque la vittoria morale dell’azzurra Angela Carini. L’eventuale tragedia evitata per i colpi inferti all’italiana dall’atleta algerina iperandrogina, richiama la scelta fatta nel 2021 dal Comitato Olimpico Internazionale di adottare il nuovo regolamento che arriva a non considerare le profonde differenze genetiche e fisiche tra atlete.
Come Fratelli d’Italia, nel 2022 abbiamo provato a segnalare le possibili conseguenze di questa scelta di cui la nostra atleta oggi poteva rimanere vittima. Garantire la sicurezza di ogni sportiva non significa certamente discriminare qualcuno, mettere a rischio la salute degli sportivi in nome di un’ideologia forzatamente egualitaria è semplicemente folle”. Lo dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti.
“Oggi è venuto meno lo spirito olimpico ed è prevalso in maniera evidente la volontà di occultare una verità sostenendo che Imane Khelif sarebbe stata sempre donna in quanto intersex. Sinceramente credo che debbano essere riviste le modalità del Cio a cui basta l’assegnazione anagrafica al genere femminile per rendere equa una gara di pugilato fra un uomo e una donna.
Tutto questo è inaccettabile e l’etica dello sport è stata messa in ginocchio dal progressismo woke. Ad Angela arrivi l’abbraccio forte dell’Italia”, afferma il deputato di Fratelli d’Italia Alessandro Amorese, capogruppo in Commissione Cultura e Sport, durante il suo intervento in Commissione a nome di tutti i componenti del partito.
“Il pianto della nostra pugile, Angela Carini, a cui va riconosciuto determinazione e tenacia vinte soltanto da un plateale torto, è il dolore del buonsenso e di chi non ammette palesi ingiustizie ai danni di competizioni che dovrebbero essere eque.
La verità è che all’ombra di un approccio ‘politically correct’ si nascondono tematiche che poi nella realtà, e in particolare nella natura, evidenziano tutti i loro limiti. Anche stavolta è toccato allo sport dover dimostrare quanto sia paradossale l’applicazione di alcune forzature ideologiche alla biologia”, conclude il senatore di Fratelli d’Italia Paolo Marcheschi, responsabile del Dipartimento Sport.