“Il ministro D’Incà confonde il suo ruolo di interfaccia del Governo con il Parlamento con quello di garante delle istituzioni parlamentari. Non gli compete. Le Camere hanno i loro presidenti, unici ai quali spetta il compito e la funzione di tutelare la centralità delle assemblee elettive della Repubblica. Non siamo ancora stati commissariati, per quanto il comportamento di Conte ci inizi a dare qualche sospetto. Più facile che si sia fatto commissariare il Governo, che invoca irresponsabilmente l’intervento del Mes invece di proporre la restituzione dei capitali versati agli Stati nazionali per consentire loro di arginare la pandemia con risorse proprie. Si preferiscono misteriosamente prestiti con interessi, erogati a condizioni capestro per noi. Se non vuole ripassare la suddivisione dei tre poteri dello Stato, quanto meno taccia e rientri nei ranghi che di smargiassate e gaffe ne abbiamo viste fin troppe in queste settimane. Neanche statisti di lungo corso, con la minaccia delle Brigate Rosse alle porte negli anni ‘70, si sono permessi le intollerabili leggerezze che stiamo subendo.
Mi auguro che il presidente della Camera Roberto Fico voglia formalmente rivendicare il ruolo che ricopre e rimettere al suo posto uno di quei ministri fuoriusciti da un parco giochi che, dopo pochi anni di impegno politico, sono già stufi della democrazia e vorrebbero sostituirla con editti regi”.
È quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia.