di Giorgia Meloni
11 febbraio 2014
Nella sua lettera a “Il Corriere della Sera”, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sostiene che fosse normale sondare nel 2011 alternative all’Esecutivo Berlusconi visto “il manifestarsi di dissensi e tensioni nel governo” e il “sempre più evidente logoramento della maggioranza”.
Oggi che queste due condizioni si stanno verificando con il governo Letta con le dimissioni dei ministri Idem e De Girolamo, le difficoltà riscontrate dai ministri Alfano, Cancellieri e Saccomanni, le dure critiche mosse all’operato dell’Esecutivo dal segretario del principale partito di maggioranza, l’incapacità di far approvare in Parlamento i provvedimenti proposti da Palazzo Chigi e il sempre più evidente deterioramento della maggioranza che sostiene il Presidente del Consiglio, dobbiamo immaginare che per coerenza il Presidente Napolitano stia da mesi sondando alternative a Enrico Letta.
Non vorremmo, infatti, scoprire che la solerzia e l’attenzione di cui parla oggi il Capo dello Stato valga soltanto quando governa il centrodestra e non quando in Consiglio dei Ministri siedono personaggi graditi ai poteri economici e finanziari italiani ed europei.