“E’ grave che le istituzioni abbiano dato credito a personaggi della cricca renziana che da molto tempo sapevamo essere coinvolti in manovre dalla dubbia correttezza. Dall’operazione di compravendita del teatro comunale di Firenze al via libera per la realizzazione di outlet a Fasano, Sanremo e Città Sant’Angelo, agli imprenditori vicini a Tiziano Renzi e a Banca Etruria sono stati srotolati tappeti rossi. Non vogliamo entrare nel merito del lavoro della Magistratura, ma la totale inopportunità politica si conferma a maggior ragione oggi”. E’ quanto afferma il coordinatore dell’esecutivo nazionale e capogruppo in Toscana di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli in seguito alle perquisizioni della Guardia di Finanza di Firenze per false fatture e ricorso abusivo al credito.
“Fra gli imprenditori che risulterebbero indagati ci sono anche Ilaria Niccolai e Luigi D’Agostino, fra i protagonisti delle operazioni di realizzazione degli outlet in cui ha avuto un ruolo Tiziano Renzi, padre dell’ex premier e segretario del Pd – ricorda Donzelli – i tanti intrecci che abbiamo più volte denunciato portano anche ai rapporti diretti o indiretti fra questi e Lorenzo Rosi, ultimo presidente di Banca Etruria. Indagato sarebbe anche il costruttore Andrea Bacci, ex socio del padre del premier nella Raska Service Srl, oltre che finanziatore di Matteo Renzi nominato come uomo di sua fiducia nella società della Provincia Florence Multimedia prima e nella società per l’illuminazione Silfi poi”.