Da tempo immemorabile si ribadisce puntualmente il ruolo fondamentale che recita la provincia di Cuneo in chiave turistica e commerciale, rappresentando un autentico crocevia naturale tra l’arco alpino e il Mediterraneo. Un assioma che pareva essere tanto consolidato quanto incontrovertibile, perlomeno a parole; nei fatti, invece, sembra che lo scenario sia leggermente differente dalle convinzioni comuni. È quanto denuncia all’interno di un’interrogazione al Consiglio regionale del Piemonte il presidente del Gruppo consiliare di Fratelli d’Italia, Paolo Bongioanni, il quale sottolinea come recentemente, nell’ambito di una diretta web ripresa da alcuni organi di informazione territoriali, il dottor Enzo Elia, dirigente del settore Trasporti, abbia sostanzialmente escluso la possibilità della creazione di un polo logistico o di una piattaforma similare in Granda, poiché (testuali parole) “il corridoio che attraversa il Cuneese (Torino-Liguria) è inevitabilmente di serie B a livello infrastrutturale e così lo sarà per lungo tempo nei confronti di altri percorsi, come quello verso la Pianura Padana”. Bongioanni, nel documento, si chiede se tali affermazioni corrispondano al vero: “Qualora fosse così – dichiara –, si andrebbe ulteriormente a compromettere un territorio che lamenta da decenni una dotazione infrastrutturale non adeguata e che, a causa, della recente alluvione di ottobre, ha visto scomparire il collegamento tra il Colle di Tenda, la Riviera di Ponente e la Costa Azzurra, andando nella stagione del Coronavirus a penalizzare l’economia (già compromessa) di un territorio che è primo in Italia in termini di rapporto tra aziende e abitanti. Tutto questo, peraltro, farebbe anche svanire definitivamente la possibilità di elevare la città di Torino a crocevia internazionale dei trasporti su rotaia”.
Effettivamente, la provincia di Cuneo, dotata di valichi interregionali e internazionali, è senza dubbio quella più in difficoltà dell’intero Piemonte insieme a Biella: infatti, le infrastrutture viarie ad Alessandria, Novara e Vercelli non mancano, Torino fra Tav e linee della metropolitana è comodamente servita, ad Asti sono ripresi i lavori per la A33 e il VCO è ben collegato a Lombardia e Svizzera. Paolo Bongioanni, pertanto, non riesce a darsi pace dopo il discorso del dottor Elia e cita le dichiarazioni di Paolo Foietta, ex commissario del Governo per la Torino-Lione, che nel 2019 disse: “Il porto di Vado Ligure sarà un nodo essenziale della rete di trasporto merci del futuro europeo. Ma Vado ha un problema: non ha piazzali. In questo schema, il ruolo del retroporto di Mondovì sarebbe enorme”. Inoltre, diversi attori del Cuneese ritengono determinante tale corridoio. Un esempio lampante è fornito dal rapporto della Fondazione CRC del piano strategico intitolato Cuneo 2029, che a pagina 92 indica tra le opportunità per il territorio monregalese “lo sviluppo di
aree logistiche retroportuali, anche in collegamento con l’espansione del porto di Vado e la riapertura della linea ferroviaria Mondovì-Cuneo, attualmente sospesa” e l’importanza “dell’efficientamento della rete ferroviaria, sia attraverso il rinnovo del materiale rotabile, sia attraverso interventi sulle linee che facilitino la riduzione dei tempi di percorrenza”. Un altro parere autorevole è pervenuto poi da Confindustria Cuneo, che ricorda che “l’adeguamento della linea ferroviaria Cuneo-Savona è fondamentale se bisogna pensare al trasporto di container e ai retroporti futuri del nostro territorio (Mondovì-Savona Vado)”.
“Non c’è dubbio – aggiunge Bongioanni – che la Granda sconti un gravissimo gap infrastrutturale da decenni. Una vera e propria zavorra per quella che è nei numeri la seconda provincia esportatrice del Piemonte e che vede raggiungere livelli di eccellenza nelle produzioni di manifattura, macchinari agricoli, agroalimentare e realtà industriali di alto profilo internazionale. Tale divario va assolutamente colmato e non si può continuare a ritenere complementari e non strategici i collegamenti interregionali ferroviari con la regione Liguria, a partire dalla ferrovia Cuneo-Ventimiglia-Nizza e dalla Torino-Fossano-Savona”.
Infine, il consigliere regionale sottolinea che, di fronte a tale interrogazione, si potrebbe obiettare che i rappresentanti della provincia di Cuneo in sede romana e ai vari livelli istituzionali non abbiano saputo o voluto negli anni portare a casa il risultato: promesse, progetti, sondaggi, dal Ciriegia Mercantour all’Armo-Cantarana. “Ma qui, in Regione, a fare la politica siamo noi ed è mio dovere lavorare per sdoganare l’area produttiva più fulgida dell’Italia dall’isolamento”, conclude Bongioanni.