Proseguono gli accordi delle Politiche di sviluppo e della coesione tra Governo e regioni: oggi la firma tra il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il presidente della Regione Sicilia Renato Schifani, il quarto nel Mezzogiorno e il diciottesimo a livello nazionale, siglato nell’ambito di quella riforma sulla componente nazionale delle Politiche di coesione portata avanti dal Governo al fine di ridurre i divari e le disparità tra i territori.
Si tratta dell’Accordo più significativo dal punto di vista finanziario, che impegna 6,8 miliardi di euro, inclusi anche 1,3 miliardi destinati per legge al Ponte sullo Stretto e 237 milioni assegnati come anticipo nel 2021.
Aggiungendo gli ulteriori finanziamenti disposti dai Comuni, dalla Regione, da altri fondi statali ed europei per i progetti inseriti nell’Accordo (circa 2,9 miliardi di euro), la somma che si raggiunge è pari a circa 9,8 miliardi di euro di investimenti per il territorio. È una cifra estremamente importante, che servirà a finanziare una quota del Ponte sullo Stretto (già prevista dalla legge di bilancio) e 580 progetti di grande strategicità.
Quattro le direttrici:
1) dissesto idrogeologico, gestione rifiuti e acqua;
2) infrastrutture di trasporto, stradale, ferroviario, aereo e marittimo, inclusa una quota per il ponte sullo stretto;
3) sviluppo economico e sostegno al tessuto produttivo;
4) attenzione per la salute dei cittadini.
Soddisfatto il Ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il Pnrr Raffaele Fitto:
“L’attivazione della Zona economica speciale unica, il decreto attuativo per rendere operativo il credito d’imposta per gli investimenti nella Zes Unica, la riforma delle Politiche di coesione, con l’istituzione del Fondo perequativo infrastrutturale e l’obbligo di destinare alle regioni del Sud almeno il 40% dei fondi pluriennali per gli investimenti, le misure per il lavoro, con l’esonero dal pagamento del 100% dei contributi previdenziali per due anni, se si assumono giovani sotto i 35 anni che non hanno mai avuto contratti a tempo indeterminato, sono tutte misure decisive, volte ad innescare quel processo di crescita che fino ad oggi è mancato, capace di valorizzare le potenzialità dei territori, responsabilizzare tutte le amministrazioni, e puntare a quella qualità della spesa senza la quale non è possibile innescare uno sviluppo strutturale”, ha dichiarato il Ministro.