“Il partito del ‘No a tutto’ ha già fatto danni all’Italia: a Roma per esempio… Rinunciare alle grandi opere e ai grandi eventi per paura di dover gestire migliaia di miliardi significa arrendersi al malaffare, senza neppure combatterlo. Un amministratore deve fare, fare bene nell’interesse della collettività e per la crescita economica. Che il Ponte sullo Stretto sia un’opera strategica per l’Italia lo sanno anche i sassi, che possa essere un volano per la infratturazione della Calabria e della Sicilia, altrettanto. Se c’è il ponte non si potranno giustificare una viabilità e una linea del ferro da terzo mondo. Il Mezzogiorno va infrastrutturato, se non parte il Sud l’Italia non si riprende. Se le preoccupazioni sono legate al rischio corruzione e mafia, uno Stato serio entra a gamba tesa e gestisce tutto con una cabina di regia centrale. Troppi puntano sul l’abbandono del Sud al suo destino per agganciare il nord all’Europa tedesca, mettendo la parola fine sulla storia unitaria. È stato giusto fare i trafori sotto le Alpi, le autostrade a 4 corsie, il nuovo porto di Genova, le Olimpiadi Invernali a Torino, l’Expò di Milano, l’Alta velocità, la variante di valico, il Mose a Venezia, l’aeroporto internazionale di Malpensa, ma ora si deve investire nel Meridione, nell’interesse dell’Italia. Sì al Ponte sullo stretto, proposto e voluto da un governo di centrodestra”. È quanto dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale Fabio Rampelli.