“Gli anni ‘70 mettono i brividi, migliaia di ragazzi di destra venivano aggrediti sistematicamente e brutalmente a scuola, negli atenei universitari, nelle strade, sotto casa. Venivano discriminati, derisi, bullizzati ovunque, solo per motivi ideologici. Si trattava di una riedizione della guerra civile tollerata da uno Stato indegno che invece di mettere al bando quella persecuzione violenta applicando le sue leggi e pacificando gli animi, la fomentava ogni giorno con ogni strumento utile. Sergio Ramelli aveva 19 anni e apparteneva al Fronte della Gioventù, organizzazione giovanile del Msi. Fu costretto a cambiare scuola, i temi che scriveva contro le Brigate Rosse venivano dati dai professori ai suoi avversari politici, che li attaccavano in bacheca e organizzavano ‘processi proletari’ con tanto di condanne. Quello era il clima, terribile. Sergio fu pedinato, poi aggredito a colpi di chiave inglese, andò in coma, si riprese, ci tornò. Un calvario lungo 48 giorni. Poi mori. Lasciamo stare le condizioni in cui si svolse il processo, tra picchetti e intimidazioni, le condanne furono ridicole perché alla fin fine uccidere uno di destra valeva più o meno come uccidere un animale. Questa in breve la storia. Ma ciò che fa pensare è che la sinistra non cambia pelle, impedisce i cortei commemorativi, taluni continuano a giustificare, talaltri stravolgono la realtà parlando di rissa nella quale Sergio avrebbe avuto la peggio. Danno l’impressione che l’odio sia parte integrante della loro natura, l’ingrediente principale con cui alimentano le proprie idee. Riproducono ogni giorno tutti quegli elementi che, in potenza, possono scatenare nuove stagioni di violenza. Ecco perché quei ragazzi sono degli eroi moderni, hanno affrontato con coraggio la persecuzione della loro fede e hanno pagato con la vita. Sergio Ramelli, uno di noi, un eroe italiano”.
È quanto scrive il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia, ricordando sulla sua bacheca Facebook il militante del Fronte della Gioventù Sergio Ramelli, ucciso nel 1975 da Avanguardia Operaia.