“Chissà perché oggi sono disposti a cambiare l’Italicum. Segno che il fronte del no sta crescendo e la paura di una sconfitta in casa Renzi comincia a dilagare. Le nostre ragioni del no sono legate in particolare alla mancata svolta presidenzialista, l’elezione diretta del presidente della Repubblica – il sindaco d’Italia – è sempre stata per noi la madre di tutte le riforme. Renzi ha avuto meno coraggio di D’Alema e Berlusconi e ha preferito lasciare l’elezione del Capo dello Stato nelle mani di accordi parlamentari, anzi extraparlamentari, anzi di segreterie di partito, per l’esattezza di fazioni di partito. Così si mantiene la consuetudine italiana di avere un Capo dello Stato di palazzo che attraverso manovre di palazzo possa continuare a nominare capi del Governo di palazzo. Marionette nelle mani di altri poteri che gestiscono l’Italia sulla pelle dei cittadini. Il referendum è dunque lo strumento per provare a rompere questa catena, il cavallo di Troia per entrare nella ‘cittadella’”. È quanto dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale Fabio Rampelli.