di Giorgia Meloni
14 agosto 2014
I pessimi dati sull’andamento del Pil della Germania e di molti altri Stati europei che adottano l’euro confermano quello che Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale ha sostenuto da sempre: la moneta unica non funziona e sta provocando recessione e disoccupazione anche in quelle Nazioni che finora ne hanno tratto un vantaggio competitivo.
Analizzare questa situazione vuol dire affrontare la questione dell’euro in modo pragmatico, non ideologico e senza preclusioni. Capire, dati alla mano, cosa conviene fare, perché finora l’euro ha distrutto la domanda interna, ha fatto crollare i consumi delle famiglie e ha disintegrato la competitività delle nostre aziende. È uno dei più potenti fattori di disgregazione dell’unità europea e sta mettendo in pericolo tutti i progressi che finora sono stati fatti per rafforzare la solidarietà tra i popoli d’Europa.
Prima si rompe la gabbia dell’euro e si abbandona la follia di un sistema costruito su economie troppo diverse tra loro e più l’Italia e l’Europa avranno la possibilità di tornare a crescere e avere un futuro. A dispetto delle certezze degli integralisti dell’euro, questa al momento sembra la strada più credibile da percorrere, perché l’alternativa è la realtà drammatica che stiamo vivendo. E se esistono ipotesi migliori di queste, che non siano il semplice mantenimento dello status quo, saremo felici di sostenerle. Ma se l’alternativa è fare finta che vada tutto bene mentre le aziende chiudono, i disoccupati aumentano e sempre più famiglie scendono sotto la soglia della povertà, allora serve qualcuno che abbia il coraggio di dire le cose come stanno e non come vorremmo che fossero.