“L’ospedale di Bolzano è stato lasciato per troppo tempo agli Italiani. Qui dobbiamo riprendere il comando, in modo che le cose funzionino”.
Parole del Presidente Kompatscher prima delle ultime elezioni provinciali, scatenarono una forte polemica, lui si mostrò imbarazzato perché furono dette in un incontro chiuso della Svp ma uscirono e questo non era previsto.
Alla fine sostenne che non erano concetti da prendere letteralmente, ma a qualche tempo da allora sta avvenendo esattamente quanto annunciato: il casus belli nasce dalla pratica sul tavolo della giunta provinciale e dei vertici della sanità altoatesina di trasferimento a Merano dell’attuale direttore bolzanino Umberto Tait, da sostituirsi con la pur stimata dottoressa Irene Pechlaner.
Insomma una decapitazione del tradizionale vertice del comprensorio bolzanino che già ha pagato un prezzo altissimo negli anni scorsi, per quanto riguarda posizioni di vertice.
Tanto da sollecitare un alto numero di primari a chiedere al vertice assoluto della Sanità altoatesina, Florian Zerzer, di desistere dall’intendimento.
Una operazione che si collega a quella resa pubblica da una inchiesta del Corriere dell’Alto Adige sulla nomina ai vertici della direzione sanitaria: il giornale pubblica la lista dei tre unici pretendenti (elenco degli idonei alla nomina a direttore sanitario dell’Asl) e i rumors danno in pole position il dottor Josef Widmann che nell’inchiesta viene definito “cugino dell’assessore alla sanità Thomas Widmann”.
Fatto che, soprattutto a seguito della vicenda degli scaldacollo, avrebbe suscitato più che qualche perplessità sulla convenienza della operazione al vertice della struttura attualmente occupata da Pierpaolo Bertoli.
E’ per questa ragione che la scarsa trasparenza delle operazione sanità, unitamente all’apparente collegamento fra le parole a suo tempo pronunciate dal presidente Kompatscher e i passaggi attuali, unitamente ai possibili conflitti di competenze, impongono un chiarimento urgente sull’assetto della Sanità altoatesina tenendo anche conto del numeroso gruppo di primari dell’ospedale di Bolzano firmatari dell’appello a non modificare per logiche che a noi appaiono squisitamente “etniche” o peggio di indiretto interesse un organigramma consolidato.
Ho presentato una richiesta di chiarimento ufficiale al Presidente della Provincia ed all’assessore alla Sanità.
Alessandro Urzì
Consigliere regionale e provinciale di Bolzano (Fratelli d’Italia)