“L’Italia difenda un’eccellenza come il teatro della Scala di Milano da saccheggiatori esteri e rifiuti ogni tipo di finanziamento proveniente dall’Arabia Saudita”.
Lo dichiara Federico Mollicone, deputato di Fratelli d’Italia e capogruppo di FDI in commissione Cultura alla Camera.
“Non bastava – prosegue – aver fatto disputare la finale della Supercoppa italiana tra Milan e Juve a Gedda costringendo le tifose italiana a indossare il velo: ora arriva anche l’ipotesi di svendita della Scala. Ci auguriamo che venga scongiurato l’ingresso nel consiglio di amministrazione del governo saudita colpevole ancora oggi di non rispettare i diritti umani. Se questo è il governo sovranista, lo dimostri anche in campo culturale, se necessario anche con fondi dello Stato: la riforma delle Fondazioni sia un disegno di legge e non un decreto generato dal dl Codificazione che arriverà presto in Parlamento. Occorre, infine, più trasparenza nella gestione dei fondi, allontanando i sovrintendenti incapaci come quelli di Roma e Firenze”.
“Non si può dimenticare, infatti – conclude Mollicone – il caso del Teatro dell’Opera della Capitale dove uno sponsor malese entrò nel cda investendo due milioni e rimase in consiglio – contrariamente alle norme che prevedono una durata di tre anni – da metà 2015 a metà 2017. Risultò così che non solo parte della cifra non fu mai versata al fondo di dotazione come stabilito dalle norme statutarie, ma che lo stesso ente organizzò un concerto, riprendendosi in questo modo parte dei soldi promessi”.