“Altro che scrupolo da parte di un professore. La decisione di esentare due studenti dallo studio della Divina Commedia, che rappresenta uno dei pilastri della cultura nazionale ed è stata scritta da quello che è riconosciuto come il padre della lingua italiana, è una scelta folle che nulla ha a che fare con l’integrazione e con la fede professata dai singoli.
La cultura nazionale nulla c’entra con la religione e con chi, vivendo in Italia e studiando nelle nostre scuole, per integrarsi deve conoscere quelli che sono i valori del paese che li accoglie. La rappresentazione dantesca di Inferno, Pugatorio e Paradiso tutto è fuorché un’offesa a chi non crede nel cristianesimo. Non era certamente nelle intenzioni del Sommo Poeta screditare Maometto.
Bene ha fatto il ministro Valditara a chiedere una ispezione per accertare la dinamica dei fatti, dal momento che l’esenzione dei due ragazzi rappresenterebbe un precedente controproducente per gli studenti stessi”.