“Se secondo la Procura di Agrigento la capitana Karola non ha commesso reati ed era pienamente legittimata ad approdare a Lampedusa, se davvero il porto di Tunisi dove approdano quotidianamente importanti navi da crociera non è sicuro, se non vale più il diritto della navigazione secondo il quale chi sale a bordo di una nave battente una data bandiera è nella giurisdizione di quella nazione, se hanno ragione tutte le Ong che dichiarano che seguiranno da domani l’esempio della Seawatch violando i nostri confini marittimi senza autorizzazione, allora ci aspettiamo che la magistratura apra subito un’inchiesta a carico della Guardia di Finanza e dei ministri che hanno illegittimamente tentato di impedirne lo sbarco. Un abuso d’ufficio, un falso ideologico, una tentata strage potrebbero essere capi d’imputazione sufficienti per portare in Tribunale la Guardia di Finanza e i ministri colpevoli di aver dato quelle disposizioni. Magari con una richiesta di arresto al Tribunale dei ministri. Qualcuno i reati li ha commessi e deve essere processato. Purtroppo questo è il paradosso logico e politico della interpretazione della legge fatta dalla gip Alessandra Vella. Intanto sarebbe il caso d’interpellare il Tribunale di Amburgo per capire quale margine di autonomia abbiano le navi straniere che violano le acque territoriali”.