“La proposta del Movimento 5 stelle sul lavoro è improntata alla totale social-confusione. L’idea del “lavorare meno lavorare tutti” (e conseguentemente abbassare gli stipendi di tutti) è una ricetta comunista già sperimentata e fallita; sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione delle aziende siamo al plagio del patrimonio storico della destra sociale, con la differenza che Di Maio e Di Battista non sanno di cosa parlano e riducono un principio rivoluzionario a uno slogan vuoto; sui sindacati poi si fa propaganda da quattro soldi perché sono fondamentali strumenti di difesa dei lavoratori e di cui occorre abolire le degenerazioni”. È quanto ha dichiarato il capogruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale Fabio Rampelli a Coffee Break su la7.
“Cgil Cisl e Uil – ha aggiunto- ad esempio hanno ridotto l’attività di tutela dei lavoratori a una minuzia, il loro core business sono altri e allo stato potrebbero essere quotati in borsa: è questo che va impedito, le attività improprie costruite sui contributi obbligatori (anch’essi da abolire) dei lavoratori. Per il resto siamo agli incomprensibili gorgheggi di chi confonde il reddito di cittadinanza con il sussidio di disoccupazione, si preoccupa di distribuire la povertà invece che creare ricchezza per soccorrerla. Obiettivi totalmente fuori focus. Non a caso, mentre spiegavano la loro idea di lavoro, i commenti sulla diretta Facebook raccontavano ben altre esigenze”.
“E agli ammiccamenti tattici fatti dalla Conferenza episcopale italiana a Beppe Grillo- ha concluso Rampelli – rispondiamo ricordando che il M5S non ha solo votato la proposta di legge sul testamento biologico, ma ha proposto e sostenuto un emendamento che introduceva esplicitamente l’eutanasia, cosa che neanche il Pd si è spinto a fare. Si tratta della loro posizione ufficiale in materia di vita… Gli elettori cattolici meriterebbero forse più rispetto”.