“Oggi abbiamo esibito in conferenza stampa documenti ufficiali dai quali risulta che a fine 2011 sono stati destinati al Comune di Napoli, da parte del Ministero dell’Ambiente, quasi 50 milioni di euro per le attività di bonifica dell’area di Bagnoli ma che gli stessi fondi sono stati utilizzati per coprire altre spese, senza che sia mai stato presentato uno stralcio di progetto per la riqualificazione e la bonifica”, è quanto sostenuto a margine della conferenza stampa tenuta stamane dal deputato di Fratelli d’Italia – An, Marcello Taglialatela, in conferenza insieme al capogruppo del partito in Consiglio Comunale, Vincenzo Moretto, al consigliere comunale Marco Nonno, al Presidente Cittadino Luigi Rispoli ed al vice-coordinatore regionale di Fdi-An Luciano Schifone.
“Questa vicenda – continua Taglialatela – dimostra ancora una volta la pericolosa incapacità del Sindaco di Napoli che in questi quattro anni ha utilizzato parte dei 50 milioni di euro unicamente per far funzionare le pompe di sollevamento ubicate a ridosso dell’area ex Italsider. Un vero e proprio “Sindaco delle Pompe”. A bilancio nel 2011 risultano nella loro totalità questi fondi (quasi 50 MlN), mentre nei bilanci degli anni successivi continuano a ridursi drasticamente, risultando però esclusivamente destinati al funzionamento delle pompe. Sulla vicenda ho presentato una Interrogazione Parlamentare che verrà discussa domani in aula durante il Question Time con il Ministro dell’Ambiente, al quale ho chiesto di verificare i motivi del mancato utilizzo dal lontano 2011 di questi fondi trasferiti al Comune di Napoli, nonché se vi siano eventuali responsabilità penali, amministrative e contabili di quanti, a partire da De Magistris, hanno incassato da 4 anni i fondi destinati alla bonifica. Questi finanziamenti sono stati utilizzati dal Sindaco, che vorrei ricordare è anche Commissario per le Bonifiche, per coprire in bilancio altre spese, senza che sia stato mai presentato uno stralcio di progetto per la bonifica. Nel frattempo quelle aree sono state sottoposte a sequestro da parte della Magistratura perché ritenute pericolose per la salute dei cittadini”.
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