“Sorprende scoprire che il Santo Stefano di Prato sia già al limite. A fine anno furono inaugurate in pompa magna due nuove ali dell’ospedale che dovevano garantire altri 60 posti letto Covid. Dopo due mesi scopriamo che le nuove ali non sono ancora in funzione e che i letti sono stati ‘parcheggiati’ al primo piano del nuovo ospedale, laddove doveva nascere una galleria commerciale”. E’ la dichiarazione di Francesco Torselli, capogruppo di Fratelli d’Italia nel Consiglio regionale della Toscana, e Chiara La Porta, dirigente nazionale del partito di Giorgia Meloni. “Il Santo Stefano è saturo, non a causa della mancanza di posti letto, ma perché non ci sono sufficienti infermieri – spiegano gli esponenti di FdI -. L’ospedale della città non doveva arrivare a questo punto: l’assessore Bezzini e la Asl sono consapevoli dell’andamento della pandemia da settimane, perché non si sono preparati in tempo per la nuovo ondata? Intanto l’assessore alla sanità continua a dire che la Toscana ha assunto nuovo personale medico e infermieristico dimenticando che la maggioranza delle assunzioni sono state stabilizzazioni di personale già operativo”. “Vorremmo sapere da Giani che fine hanno fatto i 300 posti letto Covid del Centro Pegaso, ad oggi la struttura è capace di ospitare solo 23 pazienti. Ma il Centro – concludono Torselli e La Porta – non doveva servire ad arginare nuove ondate del virus ed alleggerire la pressione sugli ospedali? Come fa quindi il Santo Stefano ad essere già al limite? Ricordiamo che ad inizio legislatura, il Presidente Giani volle realizzare il Centro in fretta e fuori investendoci 5 milioni di euro, l’ex Creaf avrebbe dovuto ospitare fino a 300 pazienti. L’immobile continua ad essere una fucina di sprechi dei governi di sinistra. Pratesi e toscani non si meritano una gestione così improvvisata e poco oculata della pandemia”.