«Il semestre europeo di Renzi è un fallimento peggiore di quello annunciato. Nessun passo avanti sulla tanto sbandierata flessibilità, fino all’ultima presa in giro:
i tecnocrati di Bruxelles ci concedono addirittura di non computare nel deficit la quota nazionale dei 13 miliardi del piano Juncker. In cambio della nomina della Mogherini a Commissario per la politica estera di un’Europa che non ha politica estera, Renzi ha accettato di sottoscrivere le folli sanzioni alla Russia che stanno mettendo in ginocchio migliaia di imprese italiane e ha rinunciato al “Made In”, l’etichettatura d’origine per tutelare i prodotti italiani dalla concorrenza sleale. Proprio con la Mogherini, l’Europa è rimasta a guardare sulla vicenda Marò invece di interrompere i negoziati per l’accordo di libero scambio con l’India».
È quanto dichiara Carlo Fidanza, membro dell’ufficio di presidenza di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale e già capodelegazione di FdI-An al Parlamento Europeo.
«Intanto – continua Fidanza – gli sbarchi di immigrati continuano senza sosta, le motovedette della nostra Marina continuano a fare il servizio traghetto tra il Nord Africa e l’Italia, a nulla serve la nuova missione Ue “Triton” e non c’è nessun passo avanti sulla revisione degli accordi di Dublino sulla ripartizione dei richiedenti asilo. Per colpa dell’ostracismo dei partner europei, pochi giorni fa è abortito il progetto del gasdotto “South Stream”, un pilastro fondamentale per la nostra indipendenza energetica. Intanto, nel mistero più assoluto, continuano i negoziati per gli accordi Ue-Usa (il TTIP e il TISA) che mettono a repentaglio la nostra sovranità nazionale, la sicurezza nazionale e gli interesse delle imprese italiane. Certo, non si può fare tutto in un semestre ma, a conti fatti, l’Italia esce pesantemente danneggiata proprio dai sei mesi che avrebbero dovuto “cambiare verso all’Europa”».