“Le prove muscolari del cosiddetto sovranismo sono niente rispetto alla difesa dell’interesse nazionale che la Germania riesce a fare. Fratelli d’Italia rivendica l’appartenenza all’Europa, prima ancora che all’Ue. Ma è necessario far prevalere le proprie ragioni, non farsi mettere i piedi in testa, significa non rispondere ‘obbedisco’ a chi detta ordini da Bruxelles. Siamo stati e tuttora siamo nazione fondamentale in Europa è indispensabile al mondo intero. Non vogliamo uscire dall’Ue, è la sinistra che con il suo atteggiamento provocatorio e arrendevole sobilla i movimenti scissionisti. Nella relazione del governo Conte sulla partecipazione dell’Italia all’Ue, presentata poco prima della pandemia, manca clamorosamente la difesa dell’interesse nazionale. Sul fenomeno migratorio non c’è alternativa all’invasione delle nostre coste, non c’è la riforma del Trattato di Dublino, non c’è un patto di amicizia per l’emancipazione dell’Africa dal neocolonialismo occidentale. Non c’è la valorizzazione della nostra identità specifica: alla cultura sono dedicate 4 pagine, una al turismo, all’agricoltura e alla pesca. Mentre grande spazio è dedicato alle conversione verde con quei metodi industriali favorevoli agli Stati del Nord Europa. Esilarante poi la supina accettazione dei rapporti tra Ue e Cina da parte del Governo Conte, che rafforza devastanti alleanze commerciali e industriali con il colosso asiatico, espressione di un ‘sistema avverso’ al nostro. Per i trasporti non c’è una proposta per trasferire il traffico su gomma su ferro e infrastrutturare il Mezzogiorno che può avvenire solo tramite il ponte (o tunnel) sullo Stretto e portando l’Alta velocità a Catania e Palermo.
Queste opere abbatterebbero l’emissione di CO2 in atmosfera di una quota superiore all’installazione di qualunque pannello fotovoltaico e pala eolica e sarebbero sintonizzate sulle esigenze dell’ecosistema e dell’Italia.
Dobbiamo cercare e trovare la “Via di Bruxelles più che la “Bia della seta””.
È quanto ha dichiarato il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia intervenendo in discussione generale sulla partecipazione dell’Italia all’Unione Europea, documento trasmesso alle Camere dal ministro per gli Affari Europei Vincenzo Amendola nel gennaio 2020, a due mesi dall’esplosione in Italia della pandemia.